Page 301 - Keplero. Una biografia scientifica
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tema vedi Thorndike, 1951.
4 Libro II, p.50, vedi Ramus, 1569.
5 Petrus Ramus, o Pierre de la Ramée (1515-1572), umanista e logico francese
noto per le posizioni provocatoriamente anticonformiste.
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Come è noto l’Introduzione venne apposta per prudenza dal teologo
Andreas Osiander (1498-1552). Keplero aveva denunciato tale abuso nella
Apologia ad Ursus, nel 1601, ma tale opera fu pubblicata soltanto
nell’edizione ottocentesca dell’opera omnia kepleriana. Vedi anche Jardine,
1984, pp. 150-154.
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Keplero già nel settembre 1597, in una lettera a Maestlin, aveva
scherzosamente fatto cenno a questa sfida, lanciata due anni prima della
sua nascita, nel 1569, rammaricandosi di non poter sostituire al suo
incarico a Graz quello promesso da Ramus a Parigi; vedi KOF, Volume I,
pp. 34-35.
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Spesso l’opera viene chiamata dall’autore Commentari di Marte, sia prima
sia dopo la pubblicazione.
9 Donahue, 1988.
10 Spesso i calcoli sono presentati senza una pretesa di completezza. Per
questo o sono parziali, oppure troviamo accennato un conto con alcuni
dati, mentre la tavola dei risultati riporta tutt’altre cifre, vedi per esempio
AND, p. 3.
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Johannes Hevelius (1611-1687), astronomo polacco.
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A Praga Keplero gode dello straordinario ambiente culturale creato
dall’imperatore Rodolfo II.
13 Plinio, 1982, Volume I, Libro 2, p. 17.
14 AND, p. 32.
15 AND, p. 30.
16 Ai due fenomeni Keplero aveva dedicato alcuni saggi: Bericht vom neuen
Stern 1604, vedi KOF, Volume I, pp. 473-478; De stella nova in Serpentario,
vedi KOF, Volume II, pp. 575-750; e Bericht von dem Kometen des Jahrs
1607, vedi KOF, Volume VII, pp. 23-42.
17 Si ricorda che con Sole vero si intende il punto dove di trova effettivamente
il corpo celeste, contrapposto al Sole medio, il punto centrale dell’orbita
(supposta circolare) della Terra. Confronta nel Capitolo 2, pp. 33-37.
18 Vedi Jardine, 1982; Goldstein, 2005. Tycho era riuscito a dimostrare la non
solidità delle orbite celesti (cosa che gli era necessaria per realizzare il
proprio modello cosmografico) studiando la parallasse delle comete;
essendo questa troppo piccola per interpretare le comete come fenomeni
sublunari, se ne deduceva che esse appunto intersecavano le orbite dei
pianeti. Vedi AND, p. 80.