Page 216 - Keplero. Una biografia scientifica
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dalla velenosa Leonberg e si trovava imprigionata nella gelida e
isolata torre di Güglingen. Keplero riuscì a fare portare l’anziana
donna in una stanza riscaldata a proprie spese, dove fu messa in
catene per impedirle un’eventuale fuga.
In soccorso dell’accusa arrivò anche il consigliere del
principe, l’avvocato Gerolamo Gabelkofer, il quale, per rendere
evidente la propria maggior competenza in questo genere di
processi, individuò subito alcuni particolari che sino ad allora
erano sfuggiti al processo: Katharina, che a settantacinque anni
era ormai senza denti, in prigionia era stata vista utilizzare un
coltello per tagliare il cibo, anche se nessuno le aveva mai
consegnato un oggetto del genere; accusa ben più rilevante, la
donna non aveva guardato negli occhi i suoi accusatori, ma
aveva distolto lo sguardo; infine, alla lettura dei punti
dell’accusa, ella non aveva pianto. Davvero strano che si fossero
taciuti questi gravi fatti!
La liberazione
L’apporto dato al processo da Keplero fu decisivo. Uno scrivano
annotò, su un atto di quell’agosto, la frase seguente: «La
prigioniera si presentò, ahimè, con il sostegno del suo nobile
figlio, Giovanni Keplero, il matematico». L’«ahimè»
evidentemente sgorgò da un cuore scrupolosamente pio, in
quanto la presenza del figlio rovesciò completamente le sorti del
processo. Il 22 agosto del 1621 Keplero presentò per la difesa un
documento lungo ben 128 pagine, scritto di proprio pugno sotto
assistenza legale. Il duca decise di spedire la relazione della
difesa a Tubinga, dove fu giudicata da uomini più obiettivi,
meno coinvolti nelle passionali vicende di Leonberg, ma