Page 217 - Keplero. Una biografia scientifica
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comunque ben influenzati dalla notorietà di Keplero. Tra essi si
trovava anche Christoph Besold, professore di diritto e vecchio
amico di Keplero. Le prove parvero insufficienti per incriminare
la sciagurata, che tuttavia una qualche colpa doveva pure avere,
per essersi infilata in un affare di tal genere. La condanna stabilì
che alla donna fossero semplicemente mostrati gli strumenti di
tortura, senza però che vi fosse materialmente sottoposta. Il 28
settembre del 1621, Katharina fu condotta in camera di tortura e
le vennero mostrati il boia e gli strumenti, affinché le fosse
chiaro cosa succedeva a chi non confessava la propria colpa. La
donna, sostenendo di non aver nulla da ammettere, si
inginocchiò per recitare un Padre Nostro. Il duca decise allora,
previo il pagamento da parte della famiglia Keplero di una parte
delle spese legali, di assolverla e liberarla.
Come si è già detto, la libertà durò poco, perché le forze di
Katharina la abbandonarono pochi mesi dopo. Non ebbe
nemmeno il conforto di poter rivedere la propria casa: a
Leonberg era ormai diventata un nemico pubblico, dopo che,
con la sua assoluzione, anche l’intera città, i Reinbold e il
magistrato Einhorn erano stati costretti a pagare la parte
rimanente delle spese processuali. Katharina morì,
probabilmente nella vicina Heumaden, il 13 aprile del 1622,
come leggiamo in una lettera scritta da Giovanni all’amico Peter
Crüger.
La terribile esperienza lasciò senz’altro indelebili tracce nel
carattere di Keplero. Né furono trascurabili conseguenze più
concrete, come per esempio quelle economiche, dal momento
che egli era stato costretto a pagare vitto e riscaldamento per la
madre detenuta, mentre le entrate, da quando era stato