Page 192 - Keplero. Una biografia scientifica
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la situazione era però differente: da un lato era in possesso dei
dati estremamente precisi di Tycho, dall’altro, poiché aveva
abbracciato l’ipotesi copernicana, era in grado, anche dal punto
di vista teorico, di determinare una misura delle distanze dei
pianeti dal Sole. Per la prima volta, l’antichissima idea delle sfere
celesti poteva essere testata, mettendo in luce come le
proporzioni teorizzate non fossero che semplici
approssimazioni, ben lontane da quella «esattezza» di cui
Keplero sentiva l’esigenza. In questo caso Keplero si proponeva
di verificare, e questo lo avrebbe portato alla scoperta della terza
legge, che forse non esistevano delle semplici relazioni di
armonia tra le distanze, ma che si potevano rintracciare leggi
che legavano tra loro più parametri, quali distanza, eccentricità,
periodo.
L’ Harmonice mundi è suddiviso in cinque Libri più
un’Appendice: Libro I, geometrico, sulle figure regolari e le
proporzioni armoniche che queste formano; Libro II,
architettonico, sulle figure regolari piane e solide; Libro III,
propriamente armonico, su «ciò che è pertinente al canto»;
Libro IV, metafisico, psicologico e astrologico, sull’armonia della
mente e dei raggi che dagli oggetti celesti discendono sulla
Terra; Libro V, astronomico e metafisico, sull’armonia del moto
celeste; Appendice.
Nell’Appendice, Keplero vuole proporre un confronto
analitico tra il proprio lavoro e altre due opere, all’epoca
considerate di riferimento per lo studio all’armonia dei cieli:
l’Harmonice di Claudio Tolomeo e l’Utriusque cosmi di Robert
Fludd. Keplero analizza il terzo Libro dell’Harmonice di
Tolomeo, di cui allega una propria traduzione latina riccamente