Page 197 - Keplero. Una biografia scientifica
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monocordo producono gli intervalli consonanti. Nel seguito di

                Harmonice  mundi,  Keplero  cerca  allora  di  determinare  quali

                parametri,  nell’ambito  dei  moti  celesti,  sfruttino  le  stesse

                proporzioni.

                   Già  nel  Mysterium,  ventidue  anni  prima,  Keplero  aveva
                costruito  un  modello  geometrico,  carico  di  significato

                metafisico, per rappresentare il sistema solare, dove al posto dei

                poligoni  regolari  inscritti  in  un  cerchio  venivano  utilizzati  i

                poliedri regolari inscritti nella sfera. Ma quando, nel 1600, aveva

                raggiunto  Tycho  Brahe  a  Praga  con  lo  scopo  di  controllare  la

                validità della propria teoria, era stato costretto ad ammettere che

                esistevano  intollerabili,  se  pur  minime,  differenze  tra  i  dati

                sperimentali e le misure previste dal proprio modello. Keplero,

                inoltre,  ne  aveva  compreso  un  serio  limite:  tale  modello

                rappresentava un universo statico, immobile. Infine, non dava

                ragione di parametri, quali la velocità o l’eccentricità, proprî di
                ciascun pianeta e che non sembravano dipendere dalla distanza

                dal Sole. Se il modello del Mysterium spiegava perché i pianeti

                fossero sei e perché orbitassero a una determinata distanza dal

                Sole, esso non era però in grado di giustificare perché i pianeti si

                muovessero  in  maniera  apparentemente  irregolare,  secondo

                quelle  leggi  che  Keplero  aveva  individuato  nell’Astronomia

                nova.




                Armonia e velocità


                La  ricerca  venne  quindi  indirizzata  a  ricavare  una  legge  di

                armonia che esprimesse una relazione tra la forma delle orbite,

                ovvero  la  loro  eccentricità,  e  le  distanze  medie  dei  singoli

                pianeti.  Anche  tale  tentativo  si  rivelò  infruttuoso,  ma  Keplero
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