Page 198 - Keplero. Una biografia scientifica
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non rinunciò all’idea che il sistema solare dovesse essere
governato da leggi armoniche. Intuì allora come le relazioni non
fossero da ricercarsi nei dati relativi alle distanze, bensì in quelli
relativi alle velocità, «in ipsis motibus, non in intervallis», e
introdusse la corrispondenza: «rapporto di velocità»<–
>«intervallo musicale». Già Platone, nel mito di Er, aveva
assegnato a ciascun pianeta una precisa nota musicale. La nota
dipendeva dalle caratteristiche di ciascuna orbita, che all’epoca
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si pensava fossero direttamente proporzionali . L’orbita dei
pianeti era pensata perfettamente circolare, mentre il pianeta si
muoveva con velocità uniforme. In questo quadro astronomico,
sull’orbita di ciascun pianeta una sirena cantava perennemente
una singola nota. Il canto continuo delle sirene, sulle diverse
orbite, produceva una sinfonia, l’armonia delle sfere.
Il quadro astronomico costruito da Keplero era decisamente
diverso: le orbite non erano più circolari e, di conseguenza, le
velocità dei pianeti mutavano con continuità. Il pianeta, per la
seconda legge di Keplero, era più veloce in prossimità del Sole,
al perielio, mentre poi rallentava fino all’afelio, il punto dove
aveva velocità minima. Così, nel modello armonico di Keplero,
al pianeta non veniva assegnata una singola nota, bensì una
successione di note, corrispondente alla variazione di velocità
legata all’eccentricità.
Innanzitutto, Keplero costruì una tabella (tabella 5.1), allo
scopo di evidenziare eventuali correlazioni tra i valori delle
velocità dei pianeti. Scelse di considerare le velocità angolari,
definite come distanze angolari percorse nell’arco di un giorno e
misurate rispetto al Sole nei due punti estremi, all’afelio e al
perielio. In questo modo selezionava la velocità massima e