Page 176 - Keplero. Una biografia scientifica
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fondamentale notare che le accademie musicali prepararono
alcune persone all’idea stessa di appartenere a una comunità.
Stabilire uno statuto, un giornale delle riunioni, un linguaggio
condiviso con cui confrontare le proprie idee, ma anche la
semplice abitudine a ritrovarsi periodicamente erano tutti
elementi drasticamente nuovi. Più che di una eredità diretta, si
può certamente considerare quanto fosse prezioso stabilire un
gruppo, con regole, consuetudini e un linguaggio condiviso. In
un estratto dello statuto dell’accademia di Baïf si legge per
esempio: «Deve esserci un “Libro dell’Accademia” in cui
saranno registrati nomi, cognomi […]. I musici devono
concordare incontri ad ore determinate […]. Deve essere
realizzato un medaglione, il cui possesso darà agli Uditori il
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diritto di accesso» . È per noi normale pensare, oggi, a una
comunità di studiosi che si ritrovi e si confronti sulle proprie
teorie o sui propri esperimenti; ma la situazione era ben diversa
alla fine del XVI secolo, quando era ancora necessario introdurre
un articolo dello statuto che avvertisse: «Nel caso di dissidi […] i
musici non devono assalirsi l’un l’altro, con parole o atti, a meno
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di cento piedi di distanza dalla casa in cui avviene la riunione» .
Per valutare il giusto ruolo della musica nello sviluppo delle
singole discipline con cui interagì negli anni della Rivoluzione
scientifica dovremmo considerare ciascun caso specifico. Ci
limitiamo piuttosto ad accennare ai rapporti particolarmente
stretti tra musica e architettura, tra musica e psicoacustica,
attraverso la cosiddetta teoria degli affetti, tra musica e fisiologia
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e, infine, tra musica e matematica . A proposito di quest’ultimo
connubio, Leibniz in una lettera del 1712 scriveva: «La musica è
esercizio nascosto dell’aritmetica, nella quale l’anima non si