Page 140 - Keplero. Una biografia scientifica
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oggetto in un luogo diverso da quello in cui esso realmente si

                trova.  In  questo  modo  viene  introdotto  in  modo  naturale  il

                concetto di immagine virtuale.

                   Terminata l’analisi della formazione delle immagini si apre il

                Capitolo  IV,  che  studia  la  rifrazione  attraverso  diversi  mezzi.
                Keplero  cerca  di  stabilire  una  legge  che  esprima  l’angolo  di

                incidenza in funzione di quello di rifrazione, e arriva a scrivere

                che l’angolo di incidenza è proporzionale a quello di rifrazione.

                Si  tratta  di  una  relazione  che  non  dà  luogo  a  gravi  errori  per

                angoli inferiori a 30 gradi, una prima approssimazione di quella

                che  sarà  la  legge  corretta,  scoperta  pochi  anni  più  tardi  da

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                Willebrord Snell e da Cartesio . Studiando poi la rifrazione nelle
                lenti,  Keplero  osserva  che  una  lente  sferica  è  inadeguata  a  far

                convergere i raggi in un punto, per il fenomeno che prenderà

                poi  il  nome  di  aberrazione  sferica.  Keplero  si  mette  perciò  a

                esaminare  altre  possibili  forme  per  le  lenti,  e  prende  in

                considerazione  la  famiglia  delle  coniche.  Queste  curve  sono

                dotate di una particolare proprietà, che attira l’attenzione dello
                scienziato: in alcuni punti, che ancora non possiedono un nome

                e che Keplero decide di battezzare «fuochi», vanno a convergere

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                tutti i raggi emessi da un altro fuoco di quella curva . Così, se si
                pone  una  sorgente  luminosa  in  uno  di  questi  punti,  nell’altro

                fuoco  si  vede  l’immagine  della  sorgente  in  maniera  nitida  o,

                come appunto si può finalmente dire, «a fuoco». Una volta tanto

                il  cerchio,  che  come  tutti  i  suoi  contemporanei  Keplero

                considera  una  forma  perfetta,  risulta  sfavorito.  Esso,  difatti,  è

                dotato  di  un  unico  fuoco:  non  è  quindi  possibile  trovare  un

                punto da cui osservare una sorgente, come avviene invece, per

                esempio, nel caso dell’ellisse.
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