Page 136 - Keplero. Una biografia scientifica
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anche nel caso dell’attrazione tra masse. Keplero sfrutta la
rappresentazione della propagazione della luce tramite linee
rette per schematizzare tutta una serie di casi notevoli, che gli
serviranno in seguito per dare ragione di fenomeni più
complessi. Egli utilizza quella che modernamente chiamiamo
ottica geometrica per descrivere la riflessione su specchi, la
localizzazione delle immagini, la rifrazione attraverso mezzi ecc.
La vera essenza della luce si distribuisce invece, sempre
secondo Keplero, su superfici normali alla direzione di
propagazione dei raggi, ovvero su sfere concentriche alla
sorgente, il cui raggio cresce quando ci si allontana dalla
sorgente stessa. Poiché la sfera ha una superficie che aumenta
con il raggio al quadrato, si ha che l’intensità della luce
diminuisce con il quadrato della distanza. In pratica, la
luminosità si attenua con la distanza perché la luce si ripartisce
su un’area maggiore. Keplero spiega che la sfera è la forma
assunta dalle superfici di propagazione per una ragione ovvia: la
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sfera, come si è già visto, è il solido che rimanda a Dio . La luce
ha velocità infinita, perché la velocità è inversamente
proporzionale al peso di un corpo, e la luce non ha peso. Inoltre
essa si colora quando rimbalza su un corpo colorato. In queste
pagine troviamo anche intuizioni geniali, come per esempio
l’idea che alla luce sia associato un calore, per cui i corpi
illuminati sono sempre, anche se in diversa misura, riscaldati.
Nel Capitolo II Keplero prende in esame la camera oscura e
descrive le applicazioni che essa può avere in astronomia, tra
cui, come si diceva più sopra, la possibilità di realizzare una più
precisa misura delle eclissi di Sole. Egli ne ricostruisce la storia a
partire da Aristotele, fino a Vitellio e a Tycho Brahe, e riporta i