Page 132 - Keplero. Una biografia scientifica
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Capitolo 4
L’ottica
Quando aveva iniziato a lavorare da Tycho Brahe, nei primi
mesi del 1600, Keplero era venuto in contatto con una serie di
questioni, strettamente legate alle osservazioni, alle quali sino a
quel momento non aveva mai pensato. L’astronomo danese
aveva notato per esempio che, se si misurava il diametro
apparente della Luna durante le eclissi, questo risultava minore
di quanto previsto. Più esattamente, risultava inferiore di un
quinto a quello misurato in altri momenti in cui la Luna era alla
stessa distanza dalla Terra. Al fine di ottimizzare la precisione
delle misure, Tycho aveva sottolineato la necessità di studiare i
fenomeni legati alla rifrazione atmosferica, a causa della quale è
possibile per esempio vedere il Sole quando si trova già sotto
l’orizzonte. Brahe credeva che la rifrazione dipendesse dalla
distanza e dall’intensità della sorgente luminosa, e aveva
compilato tre diverse tavole, una per il Sole, una per le stelle e
una per i pianeti. Aveva imboccato una direzione sbagliata, ma
senza dubbio aveva sollevato un importante problema.
Keplero a sua volta intuì quante implicazioni potessero avere,
in particolare per la corretta interpretazione dei dati
astronomici, i problemi legati ai fenomeni ottici. Per il 10 luglio
del 1600 le tavole astronomiche prevedevano un’eclisse di Sole,