Page 128 - Keplero. Una biografia scientifica
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geometriche.
È a questo punto che, all’improvviso, i mille pezzi accumulati
nell’arco di tanti anni vanno a ricomporsi nella mente di
Keplero, portandolo nei Capitoli LIX e LX a quel «risveglio» a cui
si è già fatto cenno. Tutto precipita in poche, frenetiche pagine.
Keplero da un lato trova la corretta definizione dell’angolo b,
come l’angolo centrato nel Sole e compreso tra la linea degli
apsidi e la proiezione del pianeta sul cerchio ausiliario, così che
l’equazione trovata è ora effettivamente l’equazione di una
ellisse 101 . Nello stesso tempo, riprendendo un’idea che aveva
presentato nelle pagine dell’Optica, secondo la quale esiste una
continuità tra le diverse famiglie di coniche, giunge a concludere
che la curva, compresa tra un cerchio e una determinata ellisse,
non può che essere una ellisse di minore eccentricità.
Finalmente, egli ottiene una descrizione matematicamente
corretta (ricavando il luogo geometrico «ellisse» come luogo dei
punti la cui somma delle distanze dai due fuochi è eguale a una
costante) e in accordo con i dati sperimentali. Anche sotto il
punto di vista della fisica, la soluzione è soddisfacente, perché il
moto è riferito a un punto, il fuoco, dove viene a trovarsi il
corpo del Sole. A margine notiamo che il termine «fuoco», che
Keplero aveva introdotto nell’Optica, in questo contesto non
viene mai utilizzato 102 , mentre si ritroverà nel 1622 all’interno
dell’Epitome, quando Keplero ripresenterà le sue leggi in un
quadro più maturo 103 .
Astronomia nova, un’opera poco fortunata
Al termine di questa fatica titanica, Keplero non raccolse grandi
entusiasmi tra i colleghi. Venne anzi criticato, per esempio da