Page 126 - Keplero. Una biografia scientifica
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smentito in maniera evidente nel caso della Terra.

                   Keplero non demorde: prova a introdurre una nuova ipotesi,

                che conduca alla stessa equazione. Forse il pianeta possiede un

                qualche meccanismo di controllo che coglie la variazione di un

                parametro,  che  Keplero  individua  nella  dimensione  del
                diametro apparente del Sole. Nasce così la necessità di una sorta

                di  «mente»  (anche  se  Keplero  è  ben  conscio  di  quanto  poco

                moderno  possa  apparire  un  tale  concetto),  che  percepisce  le

                dimensioni  di  tale  diametro,  e  corregge  via  via  l’orbita,

                avvicinandosi  o  allontanandosi  dal  pianeta.  Le  variazioni  del

                diametro  solare,  lungo  un’orbita  ellittica,  sono  funzione

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                dell’angolo g, l’anomalia vera  centrata sul Sole, ma le librazioni
                che  permettono  di  seguire  quella  dipendenza  per  il  diametro

                sono proporzionali a senb, con b anomalia eccentrica. Keplero,

                grazie a precedenti studi sul diametro apparente del Sole, ha a

                disposizione  dati  molto  precisi,  che  confermano  la  validità

                dell’ipotesi per il pianeta Terra.

                   Il punto forte di questa teoria consiste nel fatto che l’angolo
                che determina le deviazioni dalla circolarità del moto è ora un

                angolo  fisicamente  rilevante,  perché  appunto  l’anomalia

                coequata,  o  anomalia  vera,  è  l’angolo  centrato  sul  Sole  e

                compreso  tra  la  linea  degli  apsidi  e  il  pianeta.  Una  simile

                perturbazione,  dipendente  da  g,  determina  l’orbita  descritta

                dalla  precedente  equazione,  che  è  in  funzione  dell’angolo

                «geometrico» b. Sotto il profilo matematico il modello è quindi

                soddisfacente.  Eppure  esso  risulta  ancora  debole  agli  occhi  di

                Keplero, per il quale alla fine non vale la pena di introdurre una

                «mente» negli oggetti celesti per giustificare un modello che, in

                sostanza,  non  offre  alcuna  indicazione  sulle  forze  fisiche  in
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