Page 124 - Keplero. Una biografia scientifica
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ausiliario,  infatti,  coincidono  con  quelle  strane  altezze

                considerate nella dimostrazione della legge delle aree, le altezze

                diametrali.  Quindi,  quelle  altezze  non  rappresentano  sterili

                costruzioni  matematiche,  bensì  le  vere  e  proprie  distanze  del

                pianeta dal Sole.
                   A  questo  punto,  Keplero  è  riuscito  a  individuare  la  legge

                matematica  che  descrive  i  punti  dell’orbita;  ma  non  è  ancora

                soddisfatto.  Come  giustificare,  a  partire  da  una  causa  fisica,

                un’orbita simile? Che significato fisico si poteva mai attribuire

                alla strana equazione trovata, che si può scrivere come r = 1 + e

                cosβ, dove r è la distanza del pianeta dal Sole, e è l’eccentricità, e

                β  l’anomalia  eccentrica,  angolo  riferito  al  centro  del  cerchio

                ausiliario,  uno  di  quei  punti  matematici  di  cui  Keplero  aveva

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                sempre diffidato ? Questa equazione non è altro che una delle
                possibili parametrizzazioni dell’ellisse, ma Keplero non è ancora

                in grado di riconoscerla.

                   Decide invece di rispolverare un’idea che aveva già utilizzato

                quando  credeva  che  l’orbita  fosse  circolare:  l’ipotesi  delle
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                librazioni , e cioè di quegli spostamenti minimi lungo il raggio

                vettore  che  unisce  il  pianeta  al  Sole,  che  matematicamente  si
                rappresentano con l’aiuto di epicicli. In particolare, ha in mente

                un  effetto  di  tipo  magnetico  sull’asse  magnetico  terrestre,  che

                paragona a un remo che avvicina e allontana dal Sole il nostro

                pianeta,  qui  immaginato  come  una  nave.  Anche  in  questo

                modo, però, non riesce a ottenere l’ellisse in modo rigoroso. La

                forza magnetica, di cui abbiamo già parlato, va a sommarsi alla

                forza  esercitata  dal  Sole,  che  causa  un  moto  perfettamente

                circolare,  perturbandolo  con  una  componente  di  librazione

                magnetica. In questa ipotesi è come se i pianeti fossero piccoli
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