Page 121 - Keplero. Una biografia scientifica
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si tratta solo di approssimazioni, ma prova a ripercorrere anche
quelle strade, pur di ricavare le regole geometriche a cui quella
strana forma, che i dati gli mettono davanti agli occhi,
ubbidisce. Rispolvera allora una costruzione, che aveva già
esposto alcuni Capitoli prima, al Capitolo XXXIX. Essa prevedeva
un epiciclo, il cui centro si spostava lungo un cerchio di
riferimento, il deferente. L’aveva abbandonata perché, per
ottenere un cerchio eccentrico come allora riteneva essere
l’orbita, avrebbe dovuto dotare l’epiciclo di un moto complesso,
cosa che non era giustificabile ai suoi occhi dal punto di vista
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fisico. Ora la situazione è differente . Se l’orbita non è un
cerchio ma un ovale, questo si può ottenere con l’uso di un
epiciclo che si muove di moto uniforme.
In ogni caso, Keplero non si considera soddisfatto del dover
ricorrere a una specie di trucco geometrico, e scrive: «Così fu
che restai nel mio errore, che poco prima avevo iniziato a
rimuovere, cioè che il pianeta possegga una propria forza che lo
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guidi lungo un epiciclo» . Egli aspira, invece, a una descrizione
del sistema solare in cui la forza dipende solo dal Sole, e si
esprime quindi in funzione delle reciproche posizioni di pianeta
e Sole.
La figura che ottiene con la composizione dei moti di
deferente ed epiciclo ha una forma simile a un uovo, più
schiacciata vicino al perielio, più dilatata vicino all’afelio.
Quando Keplero prova a verificare se la legge delle aree è valida
per l’ovoide, si trova davanti a un ostacolo: deve infatti calcolare
la differenza tra l’area di questo ovoide e quella della
circonferenza perfetta che lo contiene. Tuttavia, mentre è
immediato calcolare l’area di un settore circolare, non è affatto