Page 118 - Keplero. Una biografia scientifica
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uniformemente accelerato enunciata da Oresme e stampata in

                Italia, a Padova eVenezia, tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500.

                Questo  ci  porta  a  considerare  che,  se  Galilei  avesse  scelto  la

                classica  coincidenza  dell’asse  verticale  con  il  tempo,  avrebbe

                immediatamente  ricavato  una  dimostrazione  corretta  della
                propria legge, che invece gli richiese ancora molti anni di lavoro.

                Credo sia difficile sostenere un plagio tanto maldestro.

                   Quello  che  probabilmente  in  queste  dimostrazioni  unisce

                Keplero  e  Galilei,  e  contemporaneamente  li  allontana  dalla

                tradizione  matematica  precedente,  è  il  loro  atteggiamento,  in

                questa occasione più simile a quello di uno scienziato che segue

                i fenomeni sul blocco del laboratorio, che a quello di un erudito.

                Nei  loro  grafici  entrambi  «disegnano»  il  movimento  dei  corpi

                che  stanno  studiando,  ed  è  a  partire  da  queste  curve  che

                entrambi desiderano ottenere una dimostrazione rigorosa delle

                loro leggi.



                La prima legge, le esigenze della geometria e quelle della fisica



                Con la formulazione della seconda legge, Keplero ha individuato

                lo strumento necessario a seguire il pianeta nel suo moto lungo

                l’orbita, ma è tormentato dalla consapevolezza che l’orbita non è

                affatto  un  cerchio,  sia  pure  eccentrico.  Ha  perfezionato  i  dati

                sull’orbita della Terra, il che gli permette di rendere più precise
                le  proprie  osservazioni.  Può  quindi  rivolgersi  nuovamente  a

                Marte,  affrontando  un  ulteriore  e  lungo  tour  de  force,  che  lo

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                porterà a muovere lo scacco finale .
                   La  partita  contro  il  pianeta  Marte,  iniziata  nel  1600,  aveva

                conosciuto una tregua nel 1603, quando Keplero aveva deciso di

                dedicare un intero anno alla stesura dell’Optica. Il proposito che
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