Page 114 - Keplero. Una biografia scientifica
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     alla  formulazione  del  calcolo  infinitesimale  e,  in  fisica,  alla
                possibilità  di  definire  relazioni  algebriche,  ovvero  formule,  tra
                grandezze non omogenee, per esempio tra spazio e tempo.
                   Leggendo  con  attenzione  le  pagine  in  cui  Keplero  e  Galilei
                tentano di ricavare una dimostrazione geometrica di leggi che
                essi  hanno  ormai  verificato  sperimentalmente,  li  vediamo
                entrambi  come  imprigionati,  limitati  nelle  loro  mosse  da  una
                cassetta degli attrezzi matematici e fisici ancora troppo scarna.
                Essi  utilizzano  la  classica  teoria  delle  proporzioni,  i  cui
                fondamenti,  illustrati  negli  Elementi  di  Euclide,  trovano  una
                risonanza enorme in quegli anni, grazie alle recenti edizioni a
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                stampa dell’opera tradotta in latino .
                   Come  nel  caso  dei  vincoli  aristotelici,  la  teoria  delle
                proporzioni  costituisce  una  immensa  risorsa,  e  nello  stesso
                tempo  una  soffocante  limitazione.  Si  pensi  al  fatto  che  essa
                permette  di  considerare  rapporti  soltanto  tra  grandezze
                omogenee, ovvero dello stesso tipo. Si tratta per la fisica di un
                vincolo abominevole, soprattutto nel momento in cui si desideri
                definire una nuova grandezza; difatti, sono permesse solo entità
                direttamente proporzionali a una grandezza già esistente (il che
                costringe  a  considerare  costanti  tutti  gli  altri  fattori  influenti),
                oppure  grandezze  che  siano  definite  semplicemente  come  le
                cause di qualche effetto, che si va poi a misurare.
                   Il  problema  che  Keplero  e  Galilei  si  trovano  ad  affrontare
                riguarda  l’analisi  di  movimenti  con  velocità  non  costanti.  La
                definizione della velocità, nel contesto della teoria classica delle
                proporzioni,  è  particolarmente  ardua.  Non  potendo  definirla
                come un rapporto tra grandezze differenti, come sono lo spazio
                e il tempo, i due scienziati sono tenuti a studiarla considerando
     	
