Page 145 - Keplero. Una biografia scientifica
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tutte le direzioni. Gli infiniti raggi intercettati dall’occhio
formano la base di un cono ideale, che ha vertice nel punto
sorgente. I raggi sono leggermente diffratti nel passaggio
attraverso la cornea, e vanno a formare la base di un nuovo cono
sulla superficie del cristallino. Il modello originario dei
prospettivisti, prendendo in considerazione unicamente il
raggio che arrivava perpendicolarmente sull’occhio, non doveva
affrontare questioni di diffrazione: sul cristallino non si formava
la base di un cono, ma un unico punto. Keplero non ritiene
possibile che il nostro occhio accetti i raggi perfettamente
perpendicolari, e rigetti invece quelli che da tale direzione si
scostano in maniera infinitesimale. A questo punto, però, sul
cristallino le varie basi di cono prodotte dai raggi non
perpendicolari si sovrapporrebbero l’una all’altra, rendendo
impossibile il riconoscimento dei diversi oggetti. Keplero decide
di seguire i raggi diffratti fino alla retina, e si rende conto che la
base del cono si restringe fino a convergere, sulla retina, in un
nuovo vertice. In questo modo, la relazione uno a uno è
ristabilita: a ciascun vertice-sorgente corrisponde un vertice
sulla retina. L’idea dei coni non è originale, perché già Alhazen
aveva idealizzato ogni oggetto reale come base di un cono che
aveva poi il suo apice nell’occhio, ma con Keplero viene sfruttata
in maniera del tutto nuova.