Page 150 - Keplero. Una biografia scientifica
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montagne si calcola misurando il ritardo con cui zone di diversa

                altezza vengono oscurate o illuminate nelle eclissi, come nel caso

                di una valle che, in montagna, viene illuminata dal Sole in un

                secondo  momento,  rispetto  alla  cima  delle  montagne

                circostanti.  Le  montagne  della  Luna  arrivano  ad  altezze
                dell’ordine  della  decina  di  chilometri  che,  paragonate  al

                diametro  lunare,  sembrano  in  un  primo  momento  eccessive  a

                Keplero, il quale considera elevata, sulla Terra, una montagna

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                alta  meno  di  un  paio  di  chilometri .  Con  il  proseguire  delle
                osservazioni,  Keplero  supera  le  proprie  ritrosie,  dichiarando

                infine di abbracciare in pieno quelle che egli definisce «le tesi di

                Plutarco».  Perciò,  egli  scrive,  la  Luna  è  un  corpo  dello  stesso

                genere  della  Terra,  irregolare  e  montagnoso,  le  cui  cime  sono

                perfino più elevate in proporzione al loro globo, di quanto non

                siano  le  montagne  terrestri  in  proporzione  al  diametro  della

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                Terra .
                   Come è noto, la Luna è magistralmente presentata come un

                corpo del tutto simile alla Terra nel Sidereus nuncius, pubblicato

                pochi  anni  più  tardi  da  Galileo  Galilei.  Egli  non  ha  alcuna

                remora ad accettare gli ingenti dislivelli presenti sulla superficie
                lunare, e propone esplicitamente i calcoli necessari a misurare

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                l’altezza di una montagna lunare . Galilei, che osserva la Luna
                con il cannocchiale, ha il vantaggio di poter osservare il lento

                slittamento  del  terminatore  sulla  superficie  lunare  nelle  notti

                comuni, al contrario dei suoi predecessori che invece dovevano

                attendere ogni volta le eclissi di Luna, unici momenti in cui tale

                movimento risultava osservabile a occhio nudo. Quando, come

                si  vedrà  più  avanti,  Keplero  scrive  una  sorta  di  commento  al

                Sidereus galileiano, egli riprende lo scienziato italiano per non
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