Page 153 - Keplero. Una biografia scientifica
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terminatore,  visibile  sulla  superficie  lunare,  fosse  proprio  un

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                arco di ellisse . Inoltre, quando Keplero proiettava l’immagine
                del Sole su un foglio bianco, per seguirne il moto apparente, sul

                foglio egli ritrovava proprio un arco di ellisse. O ancora, nello

                studio delle eclissi, grazie all’ottica geometrica egli dimostrava

                come  lo  stesso  corpo  del  Sole,  sul  pavimento,  formasse

                l’immagine di una ellisse perfetta.
                   L’astronomo si era trovato come costretto a studiare a fondo

                le coniche, ed era arrivato, come si è già visto, a introdurre il

                termine «fuoco». Si trattava di un luogo importante nello studio

                della  geometria  delle  coniche,  nella  teoria  della  visione  e

                nell’ottica geometrica, ma risultò altrettanto utile per imbrigliare

                la  corsa  di  Marte  nella  «famosa»  prima  legge  di  Keplero,

                secondo la quale ciascun pianeta percorre un’orbita ellittica di

                cui  il  Sole  occupa  proprio  uno  dei  due  fuochi.  La  scelta  del

                nome,  scrive  Keplero,  era  avvenuta  «con  gli  occhi  rivolti  alla

                meccanica», ovvero, come scrive più esplicitamente il suo amico

                J.G. Brengger, perché «in quel punto i raggi paralleli convergono
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                e  accendono  un  fuoco» .  Nello  stesso  tempo,  però,  la

                coincidenza tra un punto geometrico detto «fuoco» e la sede del
                Sole  di  sicuro  non  lasciava  indifferente  un  uomo  dell’epoca  e

                della  cultura  di  Keplero,  tanto  da  indurmi  a  sospettare  che

                l’astronomo,  nello  scegliere  proprio  quel  nome,  già  avesse

                immaginato  il  ruolo  che  tale  punto  avrebbe  assunto  in

                meccanica celeste.

                   Si pensi per esempio al fatto che quel Plutarco, tanto caro a

                Keplero, aveva indicato il Sole come «focolare dell’universo». O

                come  già  Aristotele,  nel  De coelo,  avesse  raccontato  di  come  i

                pitagorici avessero posto al centro del cosmo il «fuoco», termine
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