Page 49 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
P. 49

periodo, nel sistema di Copernico esiste un ordine monotono (rispetto alle distanze) nei
        periodi  di  rotazione,  per  cui  ciascun  pianeta  ha  un  diverso  periodo  che  aumenta  al
        crescere del raggio orbitale.
             Proprio questo ordine, scrive Copernico nel De Revolutionibus, era una delle prove
        più solide a favore del proprio modello:




        “TROVIAMO DUNQUE IN QUESTA DISPOSIZIONE UNA AMMIREVOLE
        SIMMETRIA DEL MONDO E UN RAPPORTO ARMONICO PRECISO TRA
        MOVIMENTO E GRANDEZZA DELLE SFERE, QUALE NON È POSSIBILE

        RINVENIRE IN ALTRO MODO. ”
                                                3


        Keplero è deciso a trovare un legame matematico tra i due parametri e ancora una volta
        non  si  lascia  scoraggiare  dai  calcoli.  Compila  delle  tavole  in  cui  raduna  i  dati  dei
        pianeti, per vedere se vi sia una proporzionalità diretta o quadratica. Secondo alcuni
        storici la legge è il semplice risultato casuale di innumerevoli tentativi, ma ritengo più
        probabile  che,  tra  tanti  esponenti,  alcuni  fossero  privilegiati  agli  occhi  di  Keplero.
        Consideriamo che in quegli anni si sta appena formando l’idea che esistano delle leggi

        nei  fenomeni  e  che  ancora  si  fatica  a  manipolare  le  potenze.  Possiamo  quindi
        immaginare come non sia stato immediato comprendere che la legge che lega periodi e
        raggi dipendesse dall’esponente 3/2. Ma questa frazione, all’epoca nota come intervallo
        sesquialtero, ha una risonanza del tutto particolare per chi come Keplero sta cercando
        di disegnare un universo armonico.
             L’unità  fondamentale  dell’ottava  musicale  è  delimitata  da  due  note  aventi  una
        frequenza doppia dell’altra, che per questo motivo vengono udite come simili dal nostro

        orecchio. Si tratta di un concetto presente in tutte le epoche e culture, mentre è differente
        la  maniera  in  cui  essa  viene  poi  suddivisa  nelle  singole  note.  La  scala  musicale
        occidentale discende da quella costruita dai pitagorici, che divisero l’ottava in dodici
        “gradini” intermedi, i semitoni. Utilizziamo un linguaggio moderno e consideriamo una
        ottava  compresa  tra  una  nota  di  frequenza  f  ed  una  di  frequenza  2f.  I  semitoni  si
        ottengono moltiplicando la frequenza minore f per 3/2 e reiterando la moltiplicazione

        per ciascun semitono, dividendo per 2 ogni volta che il risultato della moltiplicazione ci
        consegna un valore maggiore di 2f. La frazione 3/2 è quindi il principio generatore della
        scala  musicale,  oltre  ad  essere  avvertita  come  particolarmente  consonante  al  nostro
        orecchio.
             Keplero nel terzo libro dell’Armonia del mondo scrive che gli intervalli musicali,
        essenziali  per  la  costruzione  della  scala  musicale,  non  sono  arbitrarie  costruzioni
        dell’uomo,  ma  entità  insite  nella  natura,  tanto  che  Dio  stesso  ha  regolato  i  moti  dei

        pianeti perché vi si accordassero. Passa poi ad analizzare le proprietà degli intervalli e,
        arrivato all’intervallo di sesquialtera, dichiara che è quello espresso da Dio nei moti
        planetari.
             Affrontiamo  ora  il  terzo  capitolo  del  quinto  libro,  dove  Keplero  ci  offre  una
        particolareggiata descrizione della scoperta della terza legge. Scopriamo così che, dopo
        aver  scritto  una  prima  volta  la  legge,  l’aveva  scartata  perché  non  era  confermata  da
   44   45   46   47   48   49   50   51   52   53   54