Page 48 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
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Così, se si ipotizza che esista una corrispondenza tra le velocità dei pianeti e le note
        musicali, nel sistema di Keplero a ciascun pianeta non è assegnata una singola nota,
        bensì un intero intervallo, che va da una nota più grave, corrispondente alla velocità
        all’afelio, il punto dove il pianeta è più lontano dal Sole e più lento, ad una più acuta,
        corrispondente alla velocità al perielio, il punto dove il pianeta è più vicino al Sole e

        veloce.  Lo  stesso  Keplero  dispone  su  un  pentagramma,  riprodotto  nell’Astronomia
        nova, le note prodotte dai sei pianeti allora noti.
























        Per assegnare le note ai pianeti Keplero ha identificato la velocità angolare minima di
        Saturno con la nota più bassa della musica di quei tempi, il Sol di pedale, creando poi
        una diretta proporzionalità tra velocità angolari e frequenze.
             Come  verificare  che  sia  proprio  la  velocità  il  parametro  in  cui  rintracciare
        l’armonia  celeste?  Keplero  ci  propone  una  tavola,  in  cui  verifica  le  relazioni  tra  la
        velocità minima di ciascun pianeta con la velocità massima del pianeta a lui confinante.
        Le frazioni che si ottengono confrontando le due velocità estreme sono le stesse che si

        originano  confrontando  le  due  lunghezze  di  corde  musicali  che  producono  intervalli
        consonanti,  ovvero  accordi  piacevoli.  Allora  le  velocità  dei  pianeti  sono  tali  da
        produrre, nelle loro posizioni estreme, una vera armonia musicale! Quella che oggi noi
        giudichiamo una mera coincidenza, agli occhi di Keplero è la trionfale conclusione di
        una massacrante ricerca, il rinvenimento della firma di Dio.



            Egli ha finalmente a disposizione un modello cosmologico che lo soddisfa
            pienamente,  che  giustifica  il  numero  e  le  disposizioni  dei  pianeti  (con
            l’utilizzo dei solidi platonici) e i loro moti (tali da produrre un’armonia delle
            sfere celesti).



        Cerca  ora  un  ultimo  legame  che  colleghi  le  due  strutture,  e  più  precisamente  i  raggi
        delle orbite con i relativi periodi.
             Che  i  pianeti  più  distanti  dal  centro  del  cosmo  impiegassero  un  tempo  maggiore
        nella loro rivoluzione era noto sin dai Greci. Solo il sistema di Copernico, tuttavia,
        aveva  creato  le  premesse  per  trovare  una  precisa  relazione.  Questo  perché  solo  una

        Terra  in  movimento  permette  di  prendere  misure  da  punti  diversi  dello  spazio  e  di
        individuare, attraverso un sistema di triangolazione, le distanze assolute dei pianeti dal
        Sole.  Inoltre,  mentre  nel  sistema  tolemaico  alcuni  pianeti  condividevano  lo  stesso
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