Page 51 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
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cannocchiali. A renderle insuperabili strumenti di previsione era stata la mania della
        precisione di Tycho abbinata alla potenza delle leggi di Keplero, che molti astronomi
        ancora  non  accettavano.  Inoltre  esse  facevano  uso  dei  logaritmi,  potenti  alleati
        matematici da poco introdotti dallo scozzese John Napier (Nepero).
             Il frontespizio delle Tavole è una mirabile incisione, realizzata sulle indicazioni di

        Keplero.  Tra  le  colonne  di  un  tempietto  sono  radunati  i  massimi  astronomi  di  tutti  i
        tempi: un babilonese, Ipparco, Tolomeo, Copernico e Tycho. In uno dei riquadri che
        formano la base del tempio, lo stesso Keplero, ad attendere delle monete che cadono da
        un’aquila, simbolo dell’Impero asburgico. Questo a simboleggiare le cospicue somme
        di denaro che da anni l’Imperatore prometteva al suo Matematico, senza poi mantenere
        gli impegni.
             A  differenza  delle  tradizionali  effemeridi,  che  si  limitavano  a  predire  gli  eventi

        astronomici per un intervallo di anni particolare, le Tavole raccolgono dati ed offrono
        agli astronomi la possibilità di eseguire i calcoli per qualsiasi data nel passato o nel
        futuro. Inoltre raccolgono le longitudini di un lungo elenco di città del mondo rispetto al
        meridiano di Hven, l’isola danese (dal 1650 passata alla Svezia) dove aveva sede il
        primo osservatorio di Tycho Brahe, Uraniborg.
             La composizione durò diversi anni, per la mole del lavoro e la noia dei calcoli, che

        l’astronomo  faticava  a  sopportare  a  lungo.  Quando  le  Tavole  furono  completate,  si
        presentò  una  incredibile  serie  di  nuovi  problemi.  In  primo  luogo  si  trattava  di  una
        pubblicazione molto costosa. Keplero ebbe molte difficoltà a recuperare alcune delle
        somme di cui l’imperatore, proprio lo stesso a cui aveva dedicato le tavole, gli era
        debitore. Alcune delle città in cui dovette recarsi per la riscossione erano sconvolte
        dalla  guerra  dei  Trent’anni.  Infine,  la  prima  stamperia  a  cui  affidò  il  lavoro  andò  a
        fuoco in un incendio, e solo per un miracolo il manoscritto si salvò.

             Come era avvenuto per l’Astronomia nova, Keplero ebbe grossi problemi per la
        pubblicazione. Gli eredi di Tycho rivendicavano la proprietà dei dati. In realtà Keplero
        dimostrò di aver collaborato alla loro raccolta e di averli poi organizzati e affiancati a
        strumenti  matematici  essenziali  per  il  loro  utilizzo,  così  che  alla  fine  riuscì  a
        pubblicarle come unico autore.

             Nel 1629, utilizzando le Tavole, Keplero elaborò una previsione di un transito sul
        Sole  per  il  7  novembre  del  1631,  pubblicandola  in  un  breve  saggio,  Avviso  agli
        astronomi e agli studiosi di cose celesti, sui rari e meravigliosi fenomeni del 1631. In
        quella  data  Keplero  era  già  morto,  ma  il  passaggio  fu  effettivamente  osservato
        dall’astronomo francese Pierre Gassendi, con sole cinque ore di ritardo rispetto alla
        previsione delle Tavole Rudolfine.  Questo  è  impressionante  se  si  pensa  al  fatto  che
        l’orbita di Mercurio presenta delle imprecisioni che solo la teoria della relatività di
        Einstein saprà risolvere.





        SOGNO, O ASTRONOMIA LUNARE


        Nel  1609  Keplero  ha  pubblicato  i  suoi  maggiori  trattati  di  astronomia  e  ottica  ed  è

        consapevole  del  fatto  che,  dovendo  convincere  i  propri  colleghi  ad  abbandonare
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