Page 52 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
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convinzioni  radicate  da  secoli  e  ad  abbracciare  una  astronomia  ed  una  fisica
        completamente  nuove,  è  stato  necessario  scrivere  libri  indigesti,  densi  di  passaggi
        difficili e tecnici. Ha ora il desiderio di raccontare la sua rivoluzione ad un pubblico
        più  vasto,  forse  non  popolare  ma  composto  da  una  vasta  cerchia  di  intellettuali  non
        padroni delle discipline matematiche ed astronomiche.



            Ha  una  intuizione  geniale,  quella  di  scrivere  un  racconto  di  fantasia,
            intitolato Sogno o astronomia lunare, che oggi è ritenuto da molti il primo
            romanzo di fantascienza.



        Qualcosa di paragonabile a una moderna divulgazione scientifica, dove il sistema di
        Copernico viene raccontato grazie a un viaggio sulla Luna.
             Lo scopo principale di Keplero è quello di convincere gli scettici del moto della
        Terra, ma il testo offre al lettore un ampio ventaglio di riflessioni sui temi caldi della
        rivoluzione scientifica. Per esempio, Keplero sottolinea l’importanza degli esperimenti

        e  la  necessità  di  progettarli  con  cura,  ma  assegna  un  ruolo  anche  maggiore  alla
        rielaborazione  razionale  di  ciò  che  osserviamo,  rendendo  il  lettore  consapevole  di
        quanto ingannevoli possano essere i sensi. Descrive inoltre una Luna abitata, solcata da
        crateri e montagne, molto lontana dall’immagine di sfera perfetta e cristallina data dagli
        aristotelici.  Infine,  ribadisce  l’importanza  del  dialogo  tra  la  nuova  astronomia  e  una
        nuova fisica, in cui si stanno formando i concetti di forza, gravità ed inerzia.
             Si può dire che la composizione del Sogno copra quasi l’intera vita del suo autore,

        poiché un primo saggio dedicato a un’astronomia lunare, ovvero alla descrizione dei
        fenomeni celesti come li vedrebbe un osservatore sulla Luna, risale già al 1593, agli
        anni dell’università. A parere di Keplero lo scambio di prospettiva avrebbe permesso
        di  affrontare  in  maniera  critica  e  originale  un  dibattito  sulle  differenti  cosmologie
        insegnate in quegli anni. Un compagno di studi propone allora di utilizzare il saggio di

        Keplero per uno dei dibattiti pubblici che agli studenti era richiesto di organizzare. La
        discussione pubblica non riceve il placet dei docenti, perché il tema è troppo scottante,
        ma  la  tesina  scritta  dal  giovane  astronomo  non  finisce  nel  nulla  e  va  a  costituire  il
        nucleo attorno al quale nasce il Sogno.



            Il  clima  reazionario  che  aveva  accolto  il  primo  saggio  non  è  cambiato;
            anzi,  i  rapporti  tra  le  Chiese,  cattolica  e  protestante,  e  le  novità
            dell’astronomia si sono ulteriormente complicati.


        Nel 1600 è arso sul rogo il filosofo Giordano Bruno e nel 1616 viene messo all’Indice

        il De Revolutionibus di Copernico. In questo clima Keplero preferisce non dare alle
        stampe il Sogno, ma a partire dal 1611 ne iniziano a circolare alcune copie manoscritte
        che creano immediato scalpore. Il problema e la fortuna del racconto di Keplero sono
        rappresentati  dalla  sua  capacità  di  comunicare  e  divulgare  le  più  recenti  conquiste
        scientifiche in maniera diretta, non più avvolte nei fumi di calcoli e dimostrazioni che
        sono necessari a chi li sa padroneggiare ma impediscono una lettura più diffusa.
             In conseguenza alla circolazione del manoscritto, Keplero non subisce persecuzioni
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