Page 74 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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rigonfiamento o cavità? Eppure, soprattutto da questo fatto, che tutto l’orlo
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consta della sostanza lunare più chiara, dicemmo che essa doveva essere
quanto mai bitorzoluta e tutta incavata. Infatti, nessuna delle grandi macchie
si spinge fino all’estremo perimetro, ma esse si vedono tutte raggruppate
lontano dalla circonferenza. Espongo ora un duplice motivo a spiegazione di
questo fenomeno, che offre l’appiglio a così seri dubbi, e parimenti una
doppia soluzione alle incertezze.
In primo luogo, dunque, se i rigonfiamenti e le cavità si estendessero nel
corpo lunare secondo il perimetro di un cerchio tanto uniforme da
circoscrivere l’emisfero a noi visibile, allora la Luna si potrebbe certamente,
anzi, si dovrebbe mostrare a noi quasi con l’aspetto di una ruota dentata,
contornata appunto da una cinta biturzoluta e tortuosa. Ma, se non fosse stata
disposta soltanto una fila di alture, distribuite in un’unica successione in
prossimità di un’unica circonferenza, ma numerose file di monti, con le loro
cavità e anfratti collocati vicino alla cinta estrema della Luna e non solo
nell’emisfero visibile, ma anche in quello opposto (ma nelle vicinanze del
margine dei due emisferi), allora guardando da lontano l’occhio non potrebbe
affatto scorgere la distanza tra le alture e le cavità. Ebbene, gli intervalli tra i
monti posti sul medesimo cerchio o sullo stesso ordine sono nascosti dalla
barriera delle altre alture, collocate su ordini diversi. E questo avverrebbe
soprattutto se l’occhio di chi guarda fosse posto sulla medesima retta dove si
trovano i vertici delle suddette alture. 97
Nello stesso modo, sulla Terra le creste dei monti numerosi e fitti appaiono
disposte secondo una superficie piana, se chi guarda è lontano e posto a pari
altezza. Così, le alte creste delle onde del mare tempestoso sembrano
distendersi secondo uno stesso piano, anche se la frequenza tra i flutti di
voragini e di cavità e a tal punto profonde è grandissima, che vi sono nascoste
non solo le chiglie, ma anche le poppe, gli alberi e le vele di navi imponenti.
Poiché, dunque, sulla stessa Luna e vicino al suo perimetro la disposizione a
più ordini di alture e cavità è complicata, anche l’occhio, guardando da
lontano, si colloca quasi sullo stesso piano delle loro cime. A nessuno deve
sembrare straordinario che il raggio visivo che li sfiora si mostri secondo una
linea uniforme e niente affatto tortuosa.
A questa spiegazione se ne può collegare un’altra, che cioè intorno al