Page 50 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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Lo strumento è suddiviso in gradi, attorno a un ampio cerchio che
rappresenta l’orbita del satellite IV, cui Galileo assegnò un raggio di 24 raggi
di Giove (si veda Figura 19). I cerchi più piccoli rappresentano le altre orbite
con l’esatta proporzione. Il centro del cerchio sta per il corpo di Giove. Un
cordino, agganciato a questo centro, è teso fino al punto che si calcola essere
la posizione che il satellite ha raggiunto dal suo apogeo, in un dato giorno e a
una data ora. Nell’illustrazione, che si deve a Stillman Drake, il satellite III si
è spostato di 310° dall’apogeo. Il cordino teso verso il punto inscritto a 310°
interseca il cerchio che rappresenta il percorso del satellite III in S. La
perpendicolare da S interseca la linea AB in C. AC, cioè l’elongazione o
distanza del satellite, si può allora leggere sullo strumento senza successivi
indugi. In questo caso, è di 11° raggi di Giove.
Il risultato di questi perfezionamenti delle tecniche di osservazione e di
calcolo si può vedere paragonando i periodi dei satelliti, pubblicati da Galileo
all’inizio del suo Discorso sui galleggianti del maggio 1612, con quelli che
apparvero trecento anni più tardi nella settima edizione dell’Encyclopaedia
Britannica (1910):
Satellite Galileo Encyclopaedia Brit. (1910)
I 1 giorno 18,5 ore 1 giorno 18,48 ore
II 3 giorni 13,3 ore 3 giorni 13,5 ore
III 7 giorni 4 ore 7 giorni 4 ore
IV 16 giorni 18- ore 16 giorni 18+ ore
Nell’estate del 1617, utilizzando le correzioni astronomiche che aveva
riconosciute indispensabili e facendo affidamento sui dati che si era
assicurato grazie al micrometro, Galileo fece nuovi calcoli. Confrontò le
tavole dei satelliti che risultavano, con le registrazioni delle loro posizioni
reali, iniziando con le osservazioni fatte nella notte del 17 marzo. La
concordanza era stretta, ma per la notte successiva del 18 marzo, i suoi
calcoli mostravano che il satellite IV avrebbe dovuto essere visibile dove la
sua presenza non era stata registrata. Si rese conto che la spiegazione era la
seguente: “è evidente che il IV è nell’ombra di Giove, infatti alla sesta ora
non era ancora riapparso”. 85