Page 54 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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epistolare con lui, fu stimolato dalle sue acute domande, in fisica come pure in astronomia.
23 Opere di Galileo X, p. 255.
24 Lettera a Belisario Vinta del 27 settembre 1609 (Opere di Galileo X, pp. 259-260).
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Lettera a Belisario Vinta del 24 ottobre 1609 (Opere di Galileo X, p. 261).
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Lettera a Belisario Vinta del 7 novembre 1609 (Opere di Galileo X, p. 267).
27 Si veda ANTONIO FAVARO, L’invenzione del telescopio, in «Atti del Reale Istituto Veneto di
Scienze, Lettere ed Arti», LXVI, 1907, parte II, pp. 1-54.
28 ISAAC BEECKMAN, Journal, a cura di CORNÉLIS DE WAARD, 4 voll., L’Aia, Martinus
Nijhoff, 1939-1945; vol. 3, p. 376.
29 Lettera a Cesi del 28 agosto 1609 (Opere di Galileo X, p. 252). Della Porta si riferisce al suo De
Refractione, libro IX (questo è un errore di memoria, la materia che interessa è nel libro VIII) che fu
pubblicato nel 1593.
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Lettera a Galileo del 19 aprile 1610 (Opere di Galileo X, pp. 323-324). La lettera fu stampata
come Dissertatio cum Nuncio Sidereo a Praga, nel maggio 1610 e poco dopo a Firenze (Opere di
Galileo III, pp. 108-109). Kepler si riferisce alla Magia Naturalis (libro 17, capp. 10 e 11) di della Porta
(l’edizione che conteneva questo materiale apparve nel 1589). Il lavoro di della Porta ebbe un enorme
successo: ebbe almeno 12 edizioni latine e fu tradotto in italiano, tedesco e francese prima di apparire
in inglese nella seconda metà del diciassettesimo secolo.
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Dissertatio cum Nuncio Sidereo (Opere di Galileo III, pp. 108-109), dove Kepler cita estesamente
dal capitolo X della Magia Naturalis di della Porta.
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Il Saggiatore di Galileo, che apparve nel 1623, otto anni dopo la morte di della Porta, apre con i
seguenti versi del linceo Johann Faber: “PORTA ha il primo posto; tu TEDESCO hai il secondo; il
terzo, GALILEO, appartiene al vostro lavoro”. Qui il termine TEDESCO sta per OLANDESE (Opere
di Galileo VI, p. 205).
33 Lettera a Galileo da Firenze del 24 aprile 1610 (Opere di Galileo X, pp. 341-342). Una copia del
Sidereus Nuncius giunse ad Alessandro Sertini a Firenze, il 26 marzo 1610, e fece scalpore (lettera di
Alessandro Sertini a Galileo del 27 mar zo 1610, Opere di Galileo X, p. 305), ma Belisario Vinta
scrisse a Galileo il 30 marzo che il libro destinato al granduca e il telescopio che lo accompagnava non
erano ancora arrivati (Opere di Galileo X, p. 307).
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MARC’ANTONIO DE DOMINIS, De radiis visus et lucis in vitris perspectivis et iride, a cura di
GIOVANNI BARTOLI, Venezia, Tommaso Baglioni, 1611.
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“[O]cchiale cavato dale più recondite speculazioni di prospettiva” (lettera di Ga lileo al doge
Leonardo Donato del 24 agosto 1609, Opere di Galileo X, p. 250).
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“[P]arendomi che dovessi havere fondamento su la scientia di prospettiva, mi messi a pensare
sopra la sua fabbrica” (lettera a Benedetto Landucci del 29 agosto 1610, Opere di Galileo X, p. 253).
Un anno dopo al più tardi, scrivendo al suo amico romano Piero Dini, Galileo ripeteva che “et la fabrica
et la teorica di questo occhiale depende dalla cognizione delle refrazioni, che è parte delle scienze
matematiche, mia particolare professione” (lettera del 21 maggio 1611, Ope re di Galileo XI, p. 106).
Prima della pubblicazione dell’Optics di Descartes del 1637, la rifrazione non era ben compresa. La
legge corretta dice che, quando un raggio di luce passa da un mezzo a un altro (ad esempio, dall’aria
all’acqua), il seno dell’angolo di incidenza mantiene un rapporto costante con il seno dell’angolo di
rifrazione. Questo rapporto è chiamato indice di rifrazione e si indica con la lettera greca Ì. Si esprime
abitualmente con Ì = sin i/sin r.
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Opere di Galileo VI, p. 259.
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Galileo, insieme al suo tipografo Tommaso Baglioni, decise di stampare un piccolo volume di 56