Page 48 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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più corta del bastoncino e lo fece scivolare sopra il telescopio in modo da
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poterlo muovere su e giù. Con la griglia in posizione e illuminata
debolmente da una candela o da una lanterna, Galileo guardò attraverso il
telescopio con il suo occhio destro e, con il sinistro fisso alla griglia,
sovrappose otticamente Giove allo spillo centrale a essa. Facendo scorrere
l’anello lungo il tubo del telescopio, pose il disco del pianeta esattamente tra
le due linee verticali contigue, alla destra e alla sinistra dello spillo. Poi ruotò
la griglia finché la linea orizzontale del centro attraversava i suoi satelliti.
Siccome l’intervallo tra due linee verticali rappresentava esattamente un
raggio del pianeta, Galileo poteva allora determinare la posizione di un
satellite in raggi di Giove, contando il numero di linee che lo separavano
dallo spillo.
FIGURA 18. Una ricostruzione del micrometro di Galileo.
Con questo strumento, Galileo potè determinare anche il diametro di Giove
in secondi d’arco. Sapeva dalla trigonometria che il rapporto della distanza
tra due linee e la distanza tra l’occhio e il reticolo bastava per conoscere la
dimensione dell’angolo visuale del suo diametro, visto ingrandito. Dividendo
tale angolo per l’ingrandimento del telescopio, ottenne l’angolo visuale del
disco del pianeta sotteso all’occhio. Quest’angolo cambiava di un quarto,
durante l’intero avvicinarsi e allontanarsi di Giove rispetto alla Terra.
Utilizzando le tavole dei seni, Galileo calcolò che l’angolo era di 50’’ verso
la fine del 1611, di 41,6’’ il 21 gennaio 1612 e di 39,4’’ il 9 giugno dello
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stesso anno. Questa variazione non creava problemi, poiché le elongazioni
erano ingrandite nella stessa proporzione del diametro di Giove e le distanze
erano misurate in raggi di Giove.