Page 44 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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ostacolato da due problemi legati all’osservazione. Il primo problema era il

               brutto tempo che molto spesso a dicembre impediva di vedere il cielo sopra
               Firenze, città dove viveva Galileo. Il secondo era una conseguenza del modo
               di  determinare  il  tempo  di  rivoluzione  del  satellite  più  interno  (satellite  I),
               nell’ipotesi che esso durasse un quarto di settimana o 42 ore. Cominciando
               con le osservazioni fatte 4 ore dopo il tramonto del 10 dicembre, il periodo di
               42 ore finiva 2 ore prima del tramonto di due giorni dopo, cioè quando c’era
               ancora  troppa  luce  per  osservare  i  corpi  celesti.  Come  tutti  gli  astronomi,

               Galileo aveva bisogno non solo di un tempo clemente, ma anche di buona
               sorte! Dato che è molto difficile stabilire l’esatto momento in cui si raggiunge
               l’elongazione massima, Galileo pensò che la posizione migliore per calcolare
               il  periodo  si  avesse  quando  un  satellite  era  allineato  con  Giove,  davanti  o
               dietro.





               Un secondo colpo di fortuna


                  L’osservazione  propizia  venne  a  Galileo  nella  notte  tra  il  29  e  il  30

               dicembre 1610, quando fu in grado di fare tre osservazioni ben distinte:              76

















                  Il satellite in E1, il più vicino a Giove a est, era visibile alle ore 2.30 dopo
               il tramonto, ma non lo era più alle ore 7.00 perché allineato con il disco di
               Giove, anche se era riapparso in W2 alle ore 10.20. La sua direzione verso

               occidente indicava che era passato tra Giove e la Terra e, in una posizione
               così  prossima  al  pianeta,  il  suo  moto  si  poteva  ritenere  uniforme.  Poiché
               aveva percorso 4 diametri di Giove in meno di 8 ore, cioè 1 raggio di Giove
               all’ora,  aveva  superato  il  centro  di  Giove  alle  ore  5.30  dopo  il  tramonto.
               Galileo sapeva che i pianeti si muovevano più velocemente in cerchi piccoli,
               piuttosto che in cerchi grandi, perciò concluse che questo satellite in moto

               rapido doveva essere quello più vicino a Giove. Una settimana più tardi, il 6
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