Page 40 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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linguaggio scientifico del tempo, il latino appunto.
Trovare i periodi dei satelliti
Una volta capito che le stelle erano satelliti, dopo averli indicati con
numeri ordinali romani dal più vicino a Giove (I) al più esterno (IV), il passo
successivo era determinare i loro periodi di rivoluzione. La difficoltà
dell’impresa era davvero scoraggiante. Galileo affermò nel Sidereus Nuncius
che l’elongazione massima, cioè la distanza massima, del satellite più esterno
(il IV) era di 14’ e il suo periodo “quindicinale”. Potrebbe sembrare che il
passo successivo fosse semplicemente quello di eliminare il IV da tutti i
diagrammi delle osservazioni. L’elongazione massima del satellite III sarebbe
allora stata evidente e il suo periodo rivelato in modo simile. Si poteva poi
eliminarlo a sua volta e applicare la stessa procedura al satellite II. Questa
strategia è corretta, ma richiede che i diagrammi delle osservazioni fossero
interamente attendibili. Con delle buo ne approssimazioni dell’elongazione,
del tempo delle posizioni apsidali e del periodo, sarebbe stato un lavoro di
routine ottenere effemeridi corrette dei satelliti di Giove. Il problema era che
quelle approssimazioni iniziali non erano facili da determinare. Questo è il
motivo per cui il procedimento di eliminazione era irto di difficoltà.
Innanzitutto, alcune osservazioni mostravano i satelliti raggruppati vicino a
Giove e, poiché il periodo di ciascuno si poteva stimare soltanto
approssimativamente, c’era il rischio di eliminare il satellite sbagliato. In
secondo luogo, di tanto in tanto due satelliti potevano essere così vicini da
essere percepiti come uno solo, specialmente se il telescopio non era
perfettamente messo a fuoco. Terzo, un satellite, passando davanti a Giove,
poteva nasconderne un altro in un’orbita retrostante, con il risultato che se ne
sarebbe registrato soltanto uno. Infine, c’era il problema di determinare il
tempo massimo di elongazione o distanza da Giove. In tale posizione, un
satellite (specialmente il IV da cui Galileo doveva partire) si muoveva così
lentamente da potersi considerare stazionario per parecchie ore di fila o anche
per un intero giorno. La ragione è che a quel tempo il satellite si muoveva in
linea retta avvicinandosi o allontanandosi dall’osservatore sulla Terra.
Quindi, di tutte le posizioni sull’orbita del satellite che si potevano prendere
come la sua epoca (il punto iniziale del calcolo), il meno affidabile come