Page 38 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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abitano  ancora  uomini  e  vi  fabbricano  palazzi  e  città,  ed  hanno  tanta

                  comodità  nel  viaggiare,  che  senza  niuna  fatica  vanno  con  tutta  la
                  famiglia e con la casa e con le città intere in lontanissimi paesi; sì come,
                  dico,  io  son  sicuro  che  un  tale,  ancorchè  di  perspicacissima
                  immaginazione, non  si  potrebbe  già  mai  figurare  i  pesci,  l’oceano,  le
                  navi, le flotte e le armate di mare; così, e molto di più, può accadere che
                  nella Luna, per tanto intervallo remota da noi e di materia per avventura
                  molto diversa dalla Terra, sieno sustanze e si facciano operazioni non

                  solamente lontane, ma del tutto fuori, d’ogni nostra immaginazione.               72




               I satelliti di Giove



                  Nel  gennaio  del  1610,  Galileo  aveva  perfezionato  il  suo  telescopio  che
               ingrandiva  20  volte.  Per  metterlo  a  fuoco,  spostava  il  tubo  che  conteneva
               l’oculare  all’interno  di  quello  che  conteneva  l’obiettivo.  Lo  strumento  era
               lungo un metro circa ed era fissato su una base stabile, in modo da lasciare le
               mani  libere  per  disegnare.  L’obiettivo  era  parzialmente  coperto  da  un

               cartoncino oblungo, com’è stato detto in precedenza.


                  La  sera  del  7  gennaio  1610,  Galileo  vide  tre  stelle,  piccole  ma  molto
               brillanti,  nelle  immediate  vicinanze  di  Giove.  L’idea  che  potessero  essere
               suoi  satelliti  non  gli  venne  in  mente.  Ciò  che  lo  colpì  era  la  loro  insolita
               configurazione: disegnavano, infatti, un breve segmento lungo l’eclittica (il
               nome dato al percorso apparente del Sole in mezzo alle stelle durante il corso

               dell’anno). Guardando Gio ve la notte successiva notò che c’erano due stelle
               a ovest del pianeta, mentre la notte precedente erano una a est e una a ovest.
               Non  sospettò  ancora  che  potessero  essere  in  movimento,  ma  suppose  che
               Giove si fosse spostato verso ovest, in direzione contraria a quella che era
               fornita dalle tavole astronomiche standard (si veda Figura 15). Il giorno 9, il
               cielo era coperto. Il giorno 10, Galileo vide due stelle a est di Giove, fatto
               questo che sembrava escludere l’ipotesi che Giove si stesse muovendo nella

               direzione sbagliata. Il giorno 11, vide di nuovo due stelle a est di Giove, ma
               la più lontana dal pianeta era ora molto più brillante. Il giorno 12, la terza
               stella  riapparse  a  ovest  di  Giove.  Il  giorno  13,  divenne  visibile  una  quarta
               stella e ora si vedevano tre stelle a ovest e una a est del pianeta. Il giorno 14,
               il cielo fu di nuovo coperto. Il giorno 15, si trovarono tutte e quattro a ovest
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