Page 42 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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FIGURA 17. L’orbita di Venere attorno al Sole.
L’11 dicembre, Galileo inviò questa notizia sotto forma di anagramma
all’ambasciatore toscano a Praga, dove Kepler era astronomo di corte.
Messaggi criptati di questo tipo erano utilizzati spes so nel Seicento, per
stabilire la priorità della scoperta senza sve lare cosa era stato trovato. Questo
espediente dava all’autore il tempo di sviluppare la propria idea senza la
necessità di correre su bito alle stampe. Galileo inserì nella lettera anche un
riferimento ai satelliti di Giove, la cui esistenza era già nota: “Spero che
haverò trovato il metodo per definire i periodi de i quattro Pianeti Medicei,
stimati con gran ragione quasi inesplicabili dal S. Keplero; al quale piacerà a
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V.S. Ill. ma di far mie raccomandazioni affettuosissime”. Il pessimismo di
Kepler era ben fondato, ma Ga lileo non si scoraggiò e continuò a registrare
tempi, distanze e differenze di luminosità dei satelliti. Annotò le loro
posizioni lungo una linea, sotto la quale mise un numero per indicare la loro
mutua separazione misurata in diametri di Giove e, sopra, un altro numero (1,
2 o 3) per indicarne la grandezza apparente, com’era allora in uso tra gli
astronomi che classificavano le stelle come della prima, seconda o terza
magnitudine.
Un primo colpo di fortuna
Il varco si aprì il 10 dicembre, la vigilia dell’invio della sua lettera a Praga.
Dopo aver registrato la posizione dei satelliti quella sera, Galileo fu colpito