Page 89 - Galileo. Scienziato e umanista.
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come il resoconto delle conversazioni, perdute, tra Galileo e
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Mazzoni . Uno dei suoi interlocutori, Alessandro, si identifica
con Galileo reclamando per sé l’invenzione della bilancetta.
L’altro, Domenico, riassume in sé gli studenti e gli insegnanti di
Pisa con cui Galileo era solito camminare e chiacchierare,
«disputando sopra molte belle cose gustose». Dobbiamo questo
quadretto di letterale pratica peripatetica a un compagno di
studi, Luca Valerio, l’ultimo grande rappresentante della scuola
di Commandino, cui piú tardi Galileo avrebbe ceduto la palma
di «Aristotele del nostro tempo», per la capacità di individuare i
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centri di gravità . Il centro delle loro discussioni, tuttavia, era
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Mazzoni .
Il dialogo di Galileo De motu inizia con Domenico che si
imbatte, letteralmente, in Alessandro. «Quel vecchio e trito
adagio, “il moto è la causa del calore”, a mio modo di vedere
non regge», dice: il fatto di aver corso, infatti, non lo aveva
mantenuto caldo. Alessandro si dice d’accordo di testare
ulteriormente la questione discutendone durante una passeggiata
a passo sostenuto. Domenico: «Di che cosa parliamo?»
Alessandro: «Della prima cosa che passa per la testa a uno di
noi». Domenico: «Che ne dici se parliamo di quello di cui ti ho
appena detto?» Alessandro: «E di che cosa si trattava?»
Domenico: «Dicevo, “quel vecchio e trito adagio…”». Uno
studio approfondito del calore costituiva tuttavia un tema troppo
impegnativo per una passeggiata, dato che richiedeva frequenti
riferimenti ad Aristotele, i cui lavori di fisica Domenico e
Alessandro avevano studiato con grande attenzione, come aveva
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fatto anche Galileo . Anche il moto dei corpi leggeri e di quelli
pesanti, cosí come era stato trattato «in maniera estremamente
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precisa da Girolamo Borro», sarebbe stato troppo . Domenico
propone quindi alcune domande a partire dalla lettura dei suoi
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scritti :
1. Si ha quiete «nel punto di riflessione», quando un corpo lanciato verso