Page 92 - Galileo. Scienziato e umanista.
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sensi?
Preparati cosí a superare i loro maestri, i nostri filosofi
affrontano l’enigma che aveva dato tanta noia a Borro. Gli
elementi hanno un peso quando occupano il luogo che è loro
proprio? Alessandro: «No». Domenico non era abituato a tanta
chiarezza. Domenico: «Oh che bella risposta! Che soluzione
vera e bella!»
Ma torniamo al punto di riflessione, quando un corpo
scagliato verso l’alto inizia a discendere. Non c’è alcun
momento di quiete, dichiara Alessandro: si tratta semplicemente
del punto in cui la forza impressa (vis impressa) di un moto
violento verticale uguaglia la gravità del proiettile; e dato che la
vis, nel produrre questo effetto, perde la propria forza,
l’uguaglianza che si ottiene nel punto piú alto della traiettoria è
effimera. Subito dopo la vis continua a esaurirsi, a mano a mano
che la gravità del corpo la supera. Quella che appare essere
un’accelerazione, dice il sottile Alessandro, è piuttosto una
perdita progressiva di potenza per salire: se esistesse una torre
abbastanza alta che, durante la caduta da essa, la vis violenta si
esaurisse da qualche parte, il corpo procederebbe da quel punto
in poi con una velocità costante, determinata dalla sua gravitas
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e dalla natura del mezzo .
Domenico: Molto bene. Che possiamo dire allora del moto
nel vuoto? Alessandro: Nessun problema, nessuna difficoltà: un
corpo pesante che si muove piú velocemente nell’aria anziché
nell’acqua si muoverà piú velocemente nel vuoto che nell’aria.
Se le cose stanno cosí, dice Domenico, Aristotele si sbagliava
ancora una volta, dato che affermava di poter dimostrare che,
poiché la velocità cresce al diminuire della resistenza, il moto
nel vuoto sarebbe istantaneo. Alessandro: Aristotele non
dimostrò la proporzionalità inversa alla resistenza, e avrebbe
cercato invano di farlo, dato che tale relazione è errata. Quella
corretta è di tipo aritmetico: la velocità di un corpo in moto