Page 85 - Galileo. Scienziato e umanista.
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assolutamente  ferma,  un’esagerazione  retorica  che  potrebbe
                essere  stata  diretta  nei  confronti  di  Andrea  Cesalpino,  suo

                collega, professore di medicina a Pisa. Cesalpino ebbe il buon
                gusto  di  decorare  i  muri  della  propria  casa  con  triangoli,

                ispirandosi  al  mito  della  creazione  esposto  da  Platone  nel
                Timeo, e con palle ispirate allo stemma dei Medici. Buonamici

                non  indirizzò  tuttavia  la  propria  critica  a  questa  curiosità,  ma

                all’idea di Cesalpino in base a cui la Terra potesse danzare sul
                posto, cosí da produrre un qualche sottile (e spurio) fenomeno

                astronomico dedotto da Copernico, e nel farlo, agitando i bacini
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                degli oceani, causare le maree .
                    Per  il  resto,  Buonamici  era  uno  strenuo  difensore  della
                libertas philosophandi, come lo era Borro. Forse era anche piú

                anticlericale  di  quest’ultimo:  introdusse  infatti  la  specie  dei
                «frati»  nella  classificazione  aristotelica  della  vita  senziente,

                come anello di congiunzione tra l’uomo e le bestie. In nessuno
                di  questi  animali,  umani  o  no,  Buonamici  ammetteva  la

                presenza di un’anima immortale. Un amico, credente, seguace
                della  sintesi  tomista,  gli  chiese  se  avesse  letto  san  Tommaso.

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                Risposta: «Non leggo libri di frati» . Come Borro, Buonamici
                aveva  molti  amici  potenti  a  Firenze,  a  partire  dal  granduca

                Cosimo  I.  A  differenza  di  Borro,  coltivava  un  profondo

                interesse  per  la  letteratura  moderna.  Questo  non  lo  distolse
                tuttavia  da  Aristotele,  dato  che  si  guadagnò  l’elezione

                all’Accademia  Fiorentina  con  una  lezione  sui  meriti  di
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                Aristotele come critico letterario .


                    3.2. Alessandro e Domenico.

                    L’insegnamento  ufficiale  di  Galileo  non  si  spinse  oltre  gli

                Elementi  e  la  Sfera,  cioè  i  primi  cinque  libri  di  Euclide  e  un
                commento  alla  Sphaera  di  Giovanni  Sacrobosco,  un  breve

                compendio dei principî base dell’astronomia composto 450 anni
                prima che Galileo iniziasse a insegnarlo. Lo presentava in base

                al Commento che ne aveva fatto Clavio (1581): questo, trenta
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