Page 55 - Galileo. Scienziato e umanista.
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comprendevano l’abbandono di un rifugio nel mezzo della
notte, parlare dei morti come se ancora fossero in vita, andare in
giro portando il lutto, pregare continuamente e, in un episodio
da manuale, scappare da un prete che sospettava fosse venuto a
somministrargli l’estrema unzione prima che i Medici lo
assassinassero. Dopo un viaggio lungo e pericoloso, reso ancora
piú rischioso dal bisogno di evitare il prete, il gruppo raggiunse
Genova. Qui Ricasoli annunciò immediatamente che il giorno
seguente sarebbero fuggiti a Torino.
Ciò convinse Galileo a provare ad affidare il tormentato
amico alle cure di un dottore. Fu necessario ricorrere a uno
stratagemma, in quanto Ricasoli supponeva che i Medici
ricorressero ai dottori, oltre che ai preti, per perpetrare i propri
delitti. A quel tempo, una giovane suora fiorentina – di nome
Maria Maddalena de’ Pazzi, a proposito – aveva visioni,
abbondantemente pubblicizzate, che rivelavano, tra varie altre
cose, che gli stati d’animo malinconici venivano direttamente da
Dio. Avendo forse in mente le sue rivelazioni, Galileo trovò un
monaco a Genova disposto a dire a Ricasoli che una suora della
città aveva avuto una visione secondo cui un nobile fiorentino
afflitto da malinconia avrebbe cercato rifugio a Genova. In base
alla falsa visione, Dio aveva deciso che Ricasoli aveva sofferto
abbastanza. «[E] perché Sua Maestà opera il piú delle volte per
mezzi naturali, voleva che detto gentil huomo cercasse con
medicamenti alienare quelle cause che, per consenso di Dio,
havevano nel corpo di detto gentilhuomo cagionati i sopradetti
humori». Ricasoli accettò questa farsa, fatta di reale
preoccupazione, fantasia e buon umore, e si affidò alle cure del
dottore. Galileo rientrò quindi a Firenze con l’intenzione di fare
ritorno a Genova con vestiti puliti per il furioso. Ma nel giro di
pochi giorni Ricasoli era di nuovo in partenza, questa volta
diretto a Milano, dove redasse il testamento. Galileo lo rivide
un’altra volta soltanto, «malenconico piú degl’altri tempi» 105 .
Preoccupato, Galileo confidò allo zio di Ricasoli, Lorenzo