Page 53 - Galileo. Scienziato e umanista.
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riteneva  perfettamente  ragionevoli.  C’erano  senni  perduti  in
                vicende  amorose,  nell’aver  prestato  fede  ai  principi,  nella

                ricerca di onori, ricchezza, o di qualche altro bene immaginato.
                Filosofi,  matematici,  astronomi  e  poeti  erano  particolarmente

                ben rappresentati: «Di sofisti e d’astrologhi raccolto, | e di poeti
                ancor  ve  n’era  molto».  Astolfo  inalò  il  senno  perduto  e  fece

                ritorno sulla Terra con quello di Orlando, e con la convinzione

                che ognuno, piú o meno, è pazzo               100 .
                    I  primi  documenti  in  cui  Galileo  fa  un  quadro  di  sé  stesso

                riguardano  la  pazzia.  Il  resoconto  è  la  conseguenza  della
                testimonianza  rilasciata  da  Galileo  di  fronte  a  una  corte  di

                giustizia a proposito dello stato mentale di Ricasoli durante la
                primavera  e  l’autunno  del  1589               101 .  Il  punto  centrale  della

                questione era se Ricasoli avesse piena capacità di intendere e di
                volere quando redasse il proprio testamento, alla fine del 1589,

                a  favore  di  un  cugino,  escludendo  la  sorella.  La  difesa  (che
                cercava  di  confermare  il  testamento)  cercò  di  mostrare  che

                Ricasoli  aveva  avuto  rapporti  normali  con  banchieri  e
                commercianti  durante  il  periodo  in  cui  si  supponeva  fosse

                impazzito. Sarebbe stato corretto, per un commerciante, trarre
                vantaggio  da  una  persona  uscita  di  senno?  Seguendo  questa

                linea argomentativa, la corte cercò informazioni che potessero

                spiegare come mai Galileo, che non disponeva di un patrimonio
                personale né aveva un reddito regolare, potesse permettersi di

                avere  rapporti  con  i  Ricasoli.  Sarebbe  stato  corretto  giocare  a
                carte  con  un  pazzo,  mettendo  in  palio  del  denaro?  E  non  hai

                forse  tu,  Galileo,  giocato  d’azzardo  a  carte  con  lo  sfortunato
                Giambattista,  vincendo  somme  considerevoli?  Galileo  ammise

                di aver giocato d’azzardo con Ricasoli e altri, ma sostenne di
                aver  dimenticato  le  puntate  e  le  vincite.  Un  altro  giocatore,

                Jacopo de’ Medici, testimoniò di aver visto, una volta, «uno dei
                Galilei»  giocare  a  carte,  cosa  che  suggerisce  che  il  fratello

                adolescente  di  Galileo,  Michelangelo,  avesse  partecipato
                anch’egli al gioco. Galileo si raccomandò a Ricasoli e ad altri
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