Page 507 - Galileo. Scienziato e umanista.
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all’Arsenale  veneziano,  passando  dai  sistemi  del  mondo  a
                macchinari decisamente piú terrestri. La discussione si apre con

                una  lamentela  da  parte  di  Sagredo:  nonostante  tutti  i  suoi
                tentativi, non è riuscito a far comprendere agli operai che se una

                trave  di  legno  di  lunghezza  e  sezione  date  può  sorreggere  un
                peso w, una trave simile, di dimensioni aumentate di dieci volte,

                dovrebbe  essere  in  grado  di  reggere  un  peso  pari  a  10w.

                L’operaio aveva ragione, risponde Salviati, che afferma di poter
                mostrare geometricamente la relativa debolezza di strutture piú

                grandi  costruite  in  scala  a  partire  da  strutture  piú  piccole.  Si
                pensi solo al fatto che un bambino può resistere a una caduta

                che romperebbe le ossa di un adulto; che un gatto può cadere da
                altezze ancora piú alte senza farsi male; che un grillo potrebbe

                sopravvivere a una caduta dalla cima di una torre e una formica
                addirittura dalla Luna. Un gigante alto sessanta piedi potrebbe a

                malapena  stare  in  piedi  se  le  sue  ossa  fossero  dieci  volte  piú
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                spesse di quelle delle persone normali .
                    Qual  è,  dunque,  la  causa  della  resistenza  alla  rottura?  Nel
                caso delle travi di legno è chiaramente data dalle fibre, come in

                una corda. E nel caso della pietra o del metallo? Salviati osserva
                che due pezzi di marmo, piatti e lucidati molto bene, aderiranno

                l’uno all’altro quando le loro superfici vengono premute l’una

                contro  l’altra,  e  si  chiede  se  la  riluttanza  della  natura  ad
                ammettere  il  vuoto  (cosí  veniva  spiegata  l’aderenza  fra  i  due

                pezzi di marmo) possa spiegare l’adesione reciproca dei corpi.
                Per  rispondere  alla  domanda  Salviati  tira  in  ballo  la

                dimostrazione,  da  parte  di  Galileo,  del  fatto  che  l’acqua  non
                presenta alcuna forza di aggregazione fra le sue parti. Se solo

                fosse  possibile  realizzare  una  fune  d’acqua  e  appendervi  un
                peso! Niente di piú facile, risponde Sagredo, è anzi una cosa che

                accade  tutti  i  giorni:  le  pompe  di  aspirazione  possono  alzare
                l’acqua  soltanto  di  trenta  piedi,  piú  o  meno,  prima  che  la

                colonna  d’acqua  si  spezzi  sotto  il  proprio  peso.  Dato  che  per
                ipotesi  l’acqua  non  contiene  collanti,  una  colonna  alta  trenta
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