Page 506 - Galileo. Scienziato e umanista.
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non poteva non acconsentire a una richiesta ragionevole di un
alto diplomatico francese, il permesso di fare visita a Galileo
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sulla strada di ritorno verso la Francia, nel 1636 . Anche il
manoscritto da lui ricevuto raggiunse gli Elsevier, che
pubblicarono l’opera preferita di Galileo nella loro stamperia di
Leida, nel 1638, con il titolo Discorsi e dimostrazioni
matematiche intorno a due nuove scienze. Il titolo però diminuí
la soddisfazione dell’autore nella sua opera: Galileo lo riteneva
infatti volgare, pesante e privo di fantasia rispetto a Dialoghi
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intorno al moto .
Galileo dedicò i Discorsi a Noailles, con una richiesta
esplicita di protezione: «l’interesse ancora, il quale (siami lecito
cosí dire) mette in obligo V. S. Illustrissima di difendere la mia
riputazione contro a chi volesse offenderla, mentre ella mi ha
posto in steccato contro a gli avversarii». Orlando aveva trovato
il proprio Carlo Magno e un campo piú promettente dove
celebrare le proprie gesta, nelle grandi distese che si aprivano al
di là delle Alpi. Il piccolo campo di battaglia compreso tra
Firenze e Roma, che aveva visto lo scontro fra verità universali
e interessi di parte, appariva ora nella sua vera dimensione. Il
fallimento fra preti e prelati in Italia poteva costituire una
raccomandazione altrove; Noailles scrisse da Parigi: «voi siete
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la piú grande mente italiana» . Lo pensava anche Galileo.
Nella prefazione ai Discorsi, scritta da lui ma firmata
dall’editore, leggiamo che la «savia antichità» onorava i propri
grandi inventori e portatori di luce, «fin ad essere stati
deificati». Galileo è uno di questi portatori di luce, il piú grande
del suo tempo; in questo lavoro, caro lettore, troverai ampia
dimostrazione «[del]la grazia concedutagli da Dio e dalla
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natura» .
2.1. Prima e seconda giornata.
I Discorsi presentano una conversazione tra Salviati, Sagredo
e Simplicio, che si sono trasferiti dall’arioso palazzo di Sagredo