Page 499 - Galileo. Scienziato e umanista.
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                stesso anno, l’astrologia era quasi certamente falsa .  Un’altra
                possibile ragione del raffreddamento di Galileo nei confronti di

                quest’arte è che non si adattava alla sua teoria delle maree: in
                base a un forte argomento tradizionale basato sulla plausibilità, i

                pianeti  esercitano  delle  influenze  fisiche  qui  sotto  allo  stesso
                modo in cui il Sole ha una giurisdizione piú che evidente sulle

                stagioni,  e  la  Luna  –  in  modo  meno  evidente  –  sulle  acque.

                Galileo  negò  il  termine  medio,  l’influenza  lunare,  come  parte
                integrante  della  pulizia  cinematica  da  lui  operata  dei  cieli

                aristotelici  e  delle  forze  magnetiche  qualitative  e  sinistre
                invocate da Keplero.

                    Le libere conversazioni alla tavola dell’arcivescovo diedero
                adito all’accusa che questi aveva consentito al suo famigerato

                ospite  di  instillare  idee  pericolose  in  menti  facilmente
                impressionabili.  Gli  inquisitori  locali  vennero  a  sapere  che

                Galileo aveva seminato «opinioni poco Cattoliche» con l’aiuto
                dell’arcivescovo Piccolomini, il quale «ha suggerito a molti, che

                costui  sia  stato  ingiustamente  agravato  da  cotesta  Santa
                Congregazione, e che non poteva né doveva reprobar le opinioni

                filosofiche  da  lui  con  ragioni  invincibili  Matematiche,  e  vere
                sostenute, e che è il prim’homo del mondo, e viverà sempre ne

                suoi scritti ancor prohibiti, e che da tutti moderni e migliori vien
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                sequitato» . Tutto questo era coraggioso e vero. La bella storia
                di Galileo, che avrebbe borbottato le parole «eppur si muove»

                all’atto  di  alzarsi  dalla  posizione  genuflessa  di  fronte
                all’Inquisizione,  risale  a  Piccolomini:  un  quadro  della  scena

                della  ritrattazione  di  Galileo,  dipinto  forse  da  Murillo  e
                commissionato,  forse,  dal  generale  Ottavio,  riporta  in  bella
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                mostra la scritta .
                    Nonostante i tendaggi in seta e gli arredi sontuosi del proprio

                appartamento, Galileo non vedeva l’ora di tornare a Firenze e,
                come fantasticava, di rimettersi al servizio del granduca. Invitò

                Cioli  a  domandare  a  Ferdinando  II  di  chiedere  al  papa  la  sua
                liberazione,  «dove  per  maggiore  efficacia  potrà  inserirsi  la
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