Page 495 - Galileo. Scienziato e umanista.
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nessun valore in questa contesa, in cui erano in gioco elementi
di grandissima importanza: la sua condanna non ebbe alcun
peso sulle espressioni di preferenza verso i francesi da parte del
papa, che di tanto in tanto portavano a scontri armati tra francesi
e spagnoli nelle vie di Roma. Quando Urbano si ammalò
gravemente, nel 1637, le truppe spagnole si mobilitarono sul
confine napoletano per garantire un successore a loro piú
favorevole. Sapendo che il sacrificio di Galileo non poteva
tranquillizzare la Spagna, i Barberini si barricarono in Castel
Sant’Angelo per superare l’interregno che temevano di subire,
avendo però prima privato il Vaticano degli arredamenti da loro
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preferiti .
Urbano continuò a vivere, favorendo la Francia e tenendo al
guinzaglio Galileo. Molti cattolici francesi influenti
implorarono la liberazione dello scienziato, in particolare Fabri
de Peiresc, che per farlo impiegò tutto il credito di buona
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volontà acquisito pubblicando le poesie di Urbano . Se fosse
stato un caso normale ci sarebbe riuscito: di solito le persone
che avevano abiurato ex vehementi rimanevano per qualche
tempo in prigione e poi in un monastero; dopodiché,
presentando domanda, ottenevano la libertà. Campanella
percorse esattamente questa strada di riabilitazione negli anni
Novanta del Cinquecento: «carcere a vita», nella pratica
dell’Inquisizione, significava detenzione per un periodo
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compreso fra tre e otto anni . L’Inquisizione mantenne invece
stretta la presa su Galileo, anche controllando chi andasse a
fargli visita, perché Urbano continuava a ritenerlo un pericolo.
Evidente e attuale. Si trattava di un grande complimento nei
confronti della potenza delle parole di Galileo e della
perniciosità della sua filosofia.
Castelli non si compromise durante il processo. Passò il
tempo a Brescia, dove era stato mandato – dicono alcuni – da un
papa che teneva a lui, per impedirgli di fare azioni avventate o –
come dicono altri – portato là per liberare dalla prigione il