Page 497 - Galileo. Scienziato e umanista.
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suo incarico a servizio dei Barberini, Castelli rimase
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appassionatamente leale a Galileo .
1.2. L’attore principale.
Due giorni dopo essersi rialzato dall’umiliante genuflessione
di fronte ai cardinali e ai Vangeli, Galileo si ritirò nella
residenza dei Medici a Roma, in attesa che Urbano decidesse
dove avrebbe dovuto essere detenuto. Il 30 giugno del 1633, a
seguito di esplicita richiesta al suo ex amico, ricevette il
permesso di risiedere nel palazzo dell’arcivescovo di Siena,
Ascanio Piccolomini, prima di poter fare rientro a Firenze.
Quest’ultimo passo, concesso dal pontefice in dicembre, riportò
Galileo a casa propria, ad Arcetri, dopo un’assenza di undici
mesi. La condizione piú importante che gli venne imposta, oltre
a quella di non lasciare la propria casa, era di tenere a debita
distanza tutti coloro che erano ansiosi di discutere con lui di
sistemi del mondo. Soprattutto, non poteva fare della propria
casa il luogo di incontro di una società di filosofi e di
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matematici .
I sei mesi trascorsi da Galileo a Siena nella casa di
Piccolomini e presso la sua mensa rinvigorirono il suo spirito.
Iniziò un nuovo lavoro di meccanica «pieno di molte
specolazioni curiose ed utili» e si godette le conversazioni con
l’arcivescovo. Tra gli argomenti di cui parlarono c’era
l’astrologia: il fratello maggiore di Piccolomini, Ottavio, gli
aveva chiesto di mandargli una certa genitura; l’arcivescovo non
era riuscito ad averla dagli astrologi senesi, che la bolla di
Urbano aveva portato alla clandestinità. Fortunatamente, come
disse Ascanio a Ottavio, era tra i suoi ospiti un famoso
astrologo: «da questo mestiero [l’astrologia] ho grandemente
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perso il credito, da poi ch’ho conosciuto, che il S. Galileo
Astrologo di tanto nome […] se ne ride interamente, e se ne
burla come di professione fondata sopra incertissimi se non falsi
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fondamenti» . Non era quello che Ottavio voleva sentirsi dire.