Page 496 - Galileo. Scienziato e umanista.
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proprio  fratello,  con  la  complicità  del  cardinale  nipote.  La
                premura dei Barberini nei suoi confronti non arrivò a consentire

                a  Castelli  di  ritornare  per  occupare  la  cattedra  di  matematica
                all’Università  di  Pisa  che  gli  era  stata  offerta  alla  morte  di

                Aggiunti,  nel  1635.  Ciò  lo  avrebbe  riportato  troppo  vicino  a
                Galileo.  Castelli  ricevette  invece  l’incarico,  ampiamente  pro

                forma, di guidare un’abbazia benedettina in Veneto, cosa che gli

                avrebbe  consentito  di  far  fronte  alle  spese  sostenute  a  Roma,
                che comprendevano anche uscite per il buon vino e il tabacco
                                                                                   30
                che raccomandava a Galileo come cura per tutto .
                    Castelli  proseguiva  il  proprio  incarico  di  «matematico  di

                papa  Urbano  VIII  e  professore  all’Università  di  Roma»,  che
                comprendeva  impegni  quali  il  controllo  del  fiume  Reno  e  il

                prosciugamento delle Paludi pontine. Vale la pena ricordare il
                suggerimento che diede riguardo a una proposta per raddrizzare

                una parte del fiume Bisenzio, un affluente dell’Arno. Castelli,
                Guiducci e gli altri Galileisti, che conoscevano le idee inedite di

                Galileo sul moto lungo piani inclinati, sostenevano che il taglio
                non avrebbe aumentato la corrente, perché era la variazione di

                dislivello,  non  la  lunghezza  del  canale,  a  determinare  la
                variazione di velocità della corrente. I progettisti risposero che

                quanto  piú  le  anse  fossero  state  lunghe  e  affusolate,  tanto

                maggiore  sarebbe  stato  l’attrito,  e  dunque  tanto  minore  la
                velocità  della  corrente.  Consultato,  Galileo  affermò  che  la

                corrente  di  un  fiume  si  comporta  come  una  cascata  di  palle
                lungo  un  piano  inclinato  (le  particelle  di  acqua  non  sono

                coese!):  poiché  la  lunghezza  del  letto  del  fiume,  come  la
                lunghezza  di  un  piano  inclinato,  non  fa  alcuna  differenza,  il

                taglio  che  si  progettava  di  fare  non  avrebbe  portato  alcun
                beneficio.  L’analisi  trascura  però  quello  che  era  il  fattore  piú

                importante  in  tutti  i  calcoli:  Guiducci  possedeva  della  terra
                                                                                                      31
                lungo il Bisenzio, che era minacciata dai lavori di ingegneria .
                L’episodio  evidenzia  l’importanza  della  solidarietà,  piú  che
                della scienza, tra i discepoli di Galileo: per tutta la durata del
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