Page 491 - Galileo. Scienziato e umanista.
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copernicanesimo era un’eresia o no? Il divieto di insegnarlo si
                applicava  solo  a  Galileo?  Tale  incertezza  suggerisce  una

                differenza di opinioni tra i giudici di Galileo su quella che era la
                natura e la severità del suo crimine. Una recente ricostruzione

                della  storia  legge  nel  processo  una  lotta  tra  una  fazione
                indulgente (Francesco Barberini, Maculano, Bentivoglio) e una

                severa  (Urbano,  Oreggi,  Inchofer).  Essi  arrivarono  a  un

                compromesso,  accordandosi  sull’accusa  che  Galileo  fosse
                «vehementemente  sospetto  d’heresia»,  senza  però  specificare
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                l’eresia  di  cui  era  sospettato .  Che  questa  fosse  o  meno
                l’origine  della  problematica  accusa  mossa  a  Galileo,  la

                confusione  che  ne  seguí  divenne  manifesta  quando  i  nunzi
                papali,  ligi  agli  ordini  di  Urbano,  distribuirono  copie  della

                sentenza  e  dell’abiura  ai  matematici  appartenenti  alle  proprie
                giurisdizioni.  Una  cinquantina  di  questi  pericolosi  calcolatori,

                quanti l’Inquisizione riuscí a radunarne, si riunirono a Firenze
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                per ascoltare la lettura dei documenti ufficiali . Nel compiere il
                proprio dovere alcuni nunzi furono piú zelanti, altri furono piú
                indifferenti;  ma  nessuno  fu  in  grado  di  dire  con  certezza  che

                cosa significassero i documenti, che essendo copie manoscritte
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                differivano un po’ l’uno dall’altro .
                    Non  era  stata  chiara  neppure  la  decisione  del  1616,  che

                costituí la base per il «processo» del 1633. Come sappiamo, si
                trattava della segreta scoperta, da parte del Sant’Uffizio, che un

                Sole  in  movimento  era  «heretica  formalmente,  come
                espressamente  ripugnante  alla  Scrittura»,  e  della  pubblica

                proibizione  dei  libri  di  Copernico  da  parte  dell’Indice,  senza
                cenni  a  eresie.  Il  colloquio  semiprivato  di  Galileo  con

                Bellarmino, indipendentemente dal fatto che si sia concluso con
                l’ingiunzione o il precetto da parte di Seghizzi, non andò oltre

                questo:  Galileo  venne  a  sapere  che  la  propria  concezione
                dell’universo era contra scripturam, non che era stata dichiarata

                eretica. Come dimostra l’omissione delle parole «formalmente
                heretica»  dalla  versione  dell’Indice,  l’aver  scoperto  che  fosse
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