Page 488 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Scheiner lo lesse per la censura dei gesuiti. Il messaggio non gli
                piacque per nulla: a suo modo di vedere, infatti, il moto del Sole

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                e la quiete della Terra non erano questioni di fede . Di lí a poco
                ebbe tra le mani un suo proprio esercizio anticopernicano, per

                soddisfare la richiesta che gli era stata fatta da Urbano per un
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                libro breve contro l’astrologia e la nuova astronomia . Lavorò
                al  piacevole  compito  dal  1632  fino  alla  morte,  nel  1650,

                nutrendo  un  odio  feroce  contro  «il  presuntuoso  e  furbo
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                sbruffone» che lo aveva cosí pesantemente insultato . Il libro,
                che apparve nel 1651, accusò Copernico di aver respinto la base
                della  corretta  filosofia  (la  percezione  sensoriale)  e  l’unanime

                opinione dei Padri, e Galileo di aver introdotto errori e insulti
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                che sarebbe stato troppo lungo elencare .
                    Come Scheiner, anche Grassi lasciò Roma nel 1633, cacciato
                –  cosí  vuole  la  versione  a  lui  favorevole  –  a  causa  del  suo

                sostegno alla causa degli Asburgo austriaci. Sembra, in realtà,
                che  sia  ritornato  a  Savona  per  prendersi  cura  degli  affari  del

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                padre morente . Nel periodo passato in Liguria progettò chiese
                e  lavorò  sull’ottica,  mentre  i  generali  dei  gesuiti  –  Vincenzo

                Carafa  e  Francesco  Piccolomini,  successori  di  Vitelleschi  –
                insistettero sempre di piú su una stretta aderenza ad Aristotele e

                a  san  Tommaso.  Fu  un  duro  colpo  per  Grassi  e  per  altri

                matematici  della  Compagnia,  che  avevano  riconosciuto  come
                alcune nuove scoperte avevano reso insostenibile gran parte di

                ciò che si trovavano a dover insegnare. La gerarchia dei gesuiti
                mise a tacere Grassi molto piú efficacemente di quanto Urbano

                non avesse ridotto al silenzio Galileo. «Il mio studio intorno alli
                colori  vedo  che  non  potrà  condurre  il  suo  parto  a  luce  per  li

                rigorosi  ordini  fatti,  come  mi  vien  detto,  in  queste  ultime
                Congregazioni  generali».  I  revisionisti  dalla  mano  pesante

                avevano proibito alcune opinioni da cui dipendeva il trattato di
                Grassi, «non perché le stimino cattive o false, ma per esser nove

                e non ordinarie». Avrebbe dovuto fare ciò che Galileo non poté
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