Page 463 - Galileo. Scienziato e umanista.
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La  commedia  è  finita.  L’onore  dell’Italia  e  la  reputazione  della  Santa

                      Chiesa sono salve dalle calunnie che avrebbero voluto distruggere la nostra
                      fede. Ma non trarre da tutto questo, gentile lettore, la conclusione felice che

                      sei libero di asserire la verità assoluta di un sistema fisico anche se sembra
                      non sia possibile replicare alle argomentazioni in suo favore. Come infatti

                      ho  imparato  tempo  fa  da  Sua  Santità,  ogni  asserzione  di  questo  genere
                      costituirebbe  una  limitazione  dell’Onnipotenza  di  Dio,  che  nella  Sua

                      saggezza  e  potenza  può  fare  o  creare  qualsiasi  cosa  che  non  comporti
                      contraddizione.  È  impossibile  rispondere  all’argomento  proposto  da  Sua

                      Santità, tanto dal punto di vista fattuale quanto da quello logico. Di fronte a
                      esso un vero cristiano deve inginocchiarsi e rimanere in silenzio.



                    Se Galileo avesse scritto queste parole, filosofi, matematici e

                astrologi, le cui teorie ponevano implicitamente un limite alle
                azioni passate e future di Dio, si sarebbero trovati in contrasto

                con il piú grande matematico d’Italia, e forse del mondo. Ma
                Galileo  non  poteva  pronunciare  le  parole  di  Urbano.  Sarebbe

                stato completamente estraneo al suo carattere; avrebbe costituito

                un tradimento della propria missione               194 .
                    Galileo non si aspettava, né forse poteva aspettarsi, l’effetto
                che avrebbe avuto la decisione di far pronunciare a Simplicio il

                Semplice di Urbano. Per tutto il processo, e anche dopo di esso,

                protestò di non aver fatto nulla di male, affermò di aver eseguito
                le istruzioni di Urbano somministrando la medicina prescritta,

                della  fine  e  alla  fine      195 .  Nel  suo  mondo  bianco  e  nero,  la
                medicina  o  c’era  o  non  c’era;  e  se  c’era  e  veniva  presa,  non

                importava piú di tanto chi l’avesse somministrata. Ritenne che il
                somministratore meno implausibile, fra i tre interlocutori, fosse

                Simplicio. Nell’affidare a lui quelle parole, Galileo aveva fatto
                ciò  che  gli  era  stato  chiesto  di  fare,  rimanendo  al  contempo

                fedele  a  sé  stesso  e  ai  due  personaggi  progressisti  della  sua
                commedia.  Alla  mente  piú  sottile  di  Urbano,  tuttavia,  la

                medicina  non  era  adeguata  allo  scopo  a  meno  che  non  fosse
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