Page 458 - Galileo. Scienziato e umanista.
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cattedrale  di  Brescia,  iniziasse;  e  anche  questa  fu  tagliata:  40
                scudi in luogo dei 100 che Urbano aveva promesso                       179 .

                    In secondo luogo, Galileo figurava in un elenco ufficiale di
                intellettuali  la  cui  presenza  a  Roma,  tra  il  1630  e  il  1633,

                impreziosiva il regno di Urbano. La bozza originale di questo
                elenco di Apes Urbanae («le api di Urbano») lodava Galileo in

                modo  troppo  smodato  per  sopravvivere  alla  condanna.

                Conteneva, oltre ai titoli delle sue opere a stampa, i versi con
                cui Urbano aveva lodato le sue scoperte, la menzione degli studi

                inediti  sulla  meccanica  che  avrebbero  «illuminato  l’intera
                filosofia» e l’informazione che Diodati era venuto dalla Francia

                solo  per  parlare  con  lui.  L’autore  delle  Apes  Urbanae,  Leone
                Allacci,  ricercatore  di  lingua  greca  alla  Biblioteca  Vaticana,

                aggiunse  anche  –  di  propria  spontanea  volontà  e  senza  la
                minima censura – di aver letto un trattato di Galileo sul moto

                della  Terra.  Nulla  di  tutto  questo  sopravvive  nella  versione  a
                stampa delle Apes Urbanae, con l’unica eccezione dell’accenno

                a Diodati     180 . (Sarebbe stato cancellato anche questo se Allacci
                fosse  stato  a  conoscenza  del  fatto  che  Diodati  si  era  fatto

                promotore  delle  edizioni  francesi  delle  storie  di  Sarpi,
                condannate  in  Italia).  L’alveare  di  Allacci  comprendeva  molti

                protagonisti della storia di Galileo: Ciampoli, Grassi, Riccardi e

                Inchofer, per esempio; ma anche Scheiner, che si trovava ancora
                a Roma nel 1630, intento a preparare i bagagli: 14 casse di libri,

                strumenti, reliquie (tra cui 10 scheletri di santi) e Agnus Dei (12
                000  in  tutto)  che  aveva  acquistato  durante  i  sei  anni  del  suo

                soggiorno romano          181 .
                    Poco  tempo  dopo  Galileo,  che  nel  frattempo  aveva  fatto

                ritorno a Firenze, iniziò una revisione intensiva del manoscritto,
                e gli aspetti che sembravano cosí favorevoli a Roma iniziarono

                a offuscarsi. La metafora si applica semplicemente troppo bene.
                Il caso di Morandi e la bolla Inscrutabilis contro gli astrologi

                fecero  sí  che  fosse  prudente  evitare  qualunque  riferimento
                astrologico. Il giro di vite non si abbatté direttamente su Galileo,
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