Page 461 - Galileo. Scienziato e umanista.
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navigazione  vicino  alle  scogliere,  continuava  a  procrastinare,
                ella ottenne copie di queste disiecta membra e insistette perché

                le approvasse velocemente             187 . Nell’estate del 1631, dopo aver
                mandato la prefazione e le istruzioni a Egidi, Riccardi si lavò le

                mani del problema. Se seguite le istruzioni fedelmente, scrisse,
                «il libro non haverà impedimento alcuno qui a Roma, e Vostra

                paternità molto reverenda potrà compiacere l’autore e servir la

                serenissima Altezza [il granduca Ferdinando II], che in questo
                mostra  sí  gran  premura».  La  questione  sembrava  a  portata  di

                mano: Stefani richiese soltanto alcuni piccoli cambiamenti                       188 .
                    Il Dialogo andò in stampa intorno ai primi di giugno 1631,

                prima  che  Galileo  avesse  in  mano  le  correzioni  di  Riccardi  e
                una bozza della prefazione. Lo stampatore completò le prime tre

                giornate  alla  fine  dell’anno,  l’intero  libro  il  21  febbraio  del
                1632.  Il  giorno  dopo  Galileo  portò  in  dono  una  copia  alla

                persona cui l’opera era dedicata, il granduca Ferdinando                         189 . A
                Galileo  dispiacque  di  aver  dovuto  eliminare  ogni  riferimento

                alle maree dal titolo, poiché lo stampatore aveva confidato sul
                fatto  che  quella  parola,  con  il  suo  riferimento  a  coloro  che

                conoscevano gli argomenti di Galileo, avrebbe incrementato le
                vendite. Il cambiamento  del titolo  può ben  spiegare per  quale

                motivo  il  Dialogo  inizi  con  una  vera  e  propria  messinscena;

                forse l’apertura originale riguardava le maree, e si ritrova ancora
                nella  riflessione  di  Simplicio  sul  loro  alternarsi,  quando  la

                gondola che lo sta portando alla terza giornata di discussione si
                arena   190 . La prefazione, «Al discreto lettore», seguiva la bozza

                di  Riccardi.  Il  suo  scopo,  come  scrisse  Galileo,  era  quello  di
                difendere la Chiesa e la scienza italiana dall’accusa di ignoranza

                per aver proibito l’eliocentrismo: «Non potè tacer il mio zelo in
                udir la temerità di sí fatti lamenti». Era stato a Roma nel 1616 e

                aveva sperimentato in prima persona la competenza con cui la
                Congregazione  dell’Indice  e  l’Inquisizione  avevano  stilato  il

                «salutifero editto» contro Copernico. Per correggere la bilancia,
                nel  Dialogo  Galileo  avrebbe  preso  le  parti  di  Copernico,
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