Page 464 - Galileo. Scienziato e umanista.
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ingoiata dall’uomo che piú di ogni altro ne aveva bisogno: il suo
                vecchio e determinato amico Galileo.



                    4.2. Avanti a testa bassa.

                    La commedia in maschera di Galileo ebbe molto successo a

                Venezia, dove era ambientata. La reazione di Micanzio è forse
                indicativa: «Non adulo, ma di cuore le dico: Non est factum tale

                opus in universa terra […] Ma oh Dio, con che decoro ha dato
                vita a quel degno personaggio il Sig. Sagredo! Se Dio mi salvi,

                che  mi  pare  sentirlo  parlare».  Sulla  strada,  a  Roma,  la  fedele
                risurrezione di Sagredo tuttavia non contava                   196 . Otto copie del

                libro  arrivarono  a  Roma  alla  fine  di  maggio  del  1632,  nel
                bagaglio di Filippo Magalotti, amico di Galileo e di Guiducci, e

                parente  stretto  dei  Barberini.  Galileo  diede  istruzioni  che  la

                prima  copia  andasse  al  cardinale  nipote;  le  altre  a  Riccardi,
                Niccolini,  Ciampoli,  Campanella  e  due  rappresentanti  del

                nemico,  Ludovico  Serristori  (consultore  del  Sant’Uffizio)  e
                Leone  Santi  (professore  al  Collegio  Romano).  Magalotti

                avrebbe dovuto tenere per sé l’ottava                197 . Castelli, ancora vicino
                al  potere  supremo,  lesse  la  copia  del  cardinale;  lo  fece

                rimanendone  assorto,  disse  a  Galileo,  facendogli  cosí  il
                complimento  perfetto,  quasi  si  trattasse  del  Furioso.  I  gesuiti

                interessati potevano leggere la copia di Santi. In poco tempo la
                parola e le voci sul contenuto del libro raggiunsero le orecchie

                della maggior parte delle persone che a Roma erano interessate
                a quelle cose. La persona che per prima si assunse l’incarico di

                informare  Urbano  del  trattamento  riservato  al  principio  a  lui
                tanto  caro  è  forse  scomparsa  nell’esplosione  che  ne  seguí.  Il

                papa, per mezzo di Riccardi, ordinò che l’editore ne cessasse la

                distribuzione e che tutte le copie già vendute fossero richiamate
                o confiscate. Questo avveniva nel luglio del 1632                    198 .

                    L’ordine  si  concludeva  con  istruzioni  all’inquisitore
                fiorentino perché indagasse sul significato dei tre delfini che si

                mordevano  reciprocamente  il  corpo,  come  apparivano  sul
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