Page 46 - Galileo. Scienziato e umanista.
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primi  a  dar  battaglia  fu  Ricasoli  che,  indicando  la  via  agli
                Alterati,  avanzò  la  tesi  secondo  cui  «Ariosto  merita  maggior

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                lode  del  Tasso» .  Le  Considerazioni  al  Tasso  di  Galileo
                riflettono spesso le discussioni svoltesi nelle accademie, anche

                nelle loro parti piú bizzarre, sebbene con una mordacità che ha
                causato  perplessità  e  imbarazzo  tra  i  suoi  ammiratori

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                successivi .  Gli  affondi  e  le  stoccate  di  Galileo  dovrebbero
                essere  considerati  materiale  per  vivaci  dibattiti  tra  giovani
                letterati  insolenti,  note  private  in  vista  dei  duri  scontri  con  i

                membri dell’Accademia degli Alterati, che tendevano a favorire
                Tasso,  non  testi  formali  di  critica  letteraria  scritti  per  future,

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                approfondite  analisi .  Egli  avrebbe  potuto  tranquillamente
                giocare  –  contro  Ariosto  o  contro  Tasso  –  il  gioco  fiorentino

                consistente  nel  colpire  duramente  i  barbarismi,  i  latinismi,  le
                parole fuori luogo, i termini pedanti, l’artificiosità, le farciture,

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                gli infiocchettamenti .
                    Le decise critiche mosse a Tasso possono darci un’idea piú

                profonda  del  carattere  di  Galileo,  piuttosto  che  di  quello  del
                poeta. Forse, l’accusa piú grave che egli muove piú di frequente

                è  la  povertà  immaginativa.  «Mi  è  sempre  parso  e  pare,  che
                questo poeta sia nelle sue invenzioni oltre tutti i termini gretto,

                povero e miserabile; e all’opposto, l’Ariosto magnifico, ricco e

                mirabile». Sfogliare la Liberata è come passeggiare in mezzo a
                una raccolta di oggetti «che abbiano, o per antichità o per rarità

                o per altro, del pellegrino, ma che però sieno in effetto coselline,
                avendovi,  come  saria  a  dire,  un  granchio  petrificato,  un

                camaleonte secco, una mosca e un ragno in gelatine in un pezzo
                d’ambra, alcuni di quei fantoccini di terra che dicono trovarsi ne

                i sepolcri antichi di Egitto, e cosí, in materia di pittura, qualche
                schizzetto di Baccio Bandinelli o del Parmigianino, e simili altre

                cosette; ma all’incontro, quando entro nel Furioso, veggo aprirsi
                un guardaroba, una tribuna, una galleria regia, ornata di cento

                statue  antiche  de’  piú  celebri  scultori  […]  con  un  numero
                grande di vasi, di cristalli, d’agate, di lapislazari e d’altre gioie,
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