Page 43 - Galileo. Scienziato e umanista.
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fame di un’orca. All’approssimarsi dell’ora di cena, si avvicina
                anche il cavaliere Ruggiero, in groppa a un cavallo alato; porta

                in salvo l’attraente fanciulla e atterra su un soffice prato. Troppo
                ansioso  di  ricevere  la  sua  ricompensa,  rimane  incastrato  nella

                propria  armatura  mentre  Angelica,  traendo  profitto  dal  suo
                incespicare, sfrutta l’anello magico che indossa – l’unica cosa

                che  indossa  –  per  rendersi  invisibile.  Il  povero  Ruggiero,

                quando  finalmente  si  libera  ed  è  pronto  all’azione,  la  cerca  a
                tastoni come un cieco: «Oh quante volte abbracciò l’aria vana, |
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                sperando la donzella abbracciar seco!» .
                    Cosí, salvato da sé stesso, Ruggiero è in grado di concentrare

                la  propria  attenzione  sul  suo  vero  amore,  la  guerriera
                Bradamante.  La  storia  richiedeva  che  i  due  si  unissero,  come

                Adamo  ed  Eva  della  Casa  d’Este,  i  mecenati  grazie  ai  quali
                Ariosto  aveva  composto  il  proprio  poema.  Una  sera  viene

                sorpresa  dall’oscurità  in  un  luogo  in  cui  l’unico  rifugio  era
                costituito da un castello, all’interno del quale vigevano regole

                insolite:  il  primo  cavaliere  (o  i  primi  due  o  tre,  se  arrivavano
                insieme) era benvenuto; i successivi venivano accolti soltanto se

                fossero stati in grado di sconfiggere in duello colui (o coloro)
                che  era  giunto  al  castello  prima  di  lui.  Una  regola  analoga

                vigeva per le donne, per le quali il criterio era però costituito

                dalla  bellezza  e  non  dal  valore  in  combattimento.  Quando
                Bradamante chiese di essere accolta, tre campioni in missione (i

                re  di  Svezia,  di  Norvegia  e  dell’isola  di  Gotland)  stavano  per
                stabilirsi  nel  castello.  Dopo  averli  facilmente  disarcionati  si

                accomodò accanto al fuoco, con indosso l’elmetto. Quando se lo
                tolse, al padrone di casa si pose un problema: c’era infatti già

                un’altra  donna  ospite  del  castello,  e  sebbene  fosse  raffinata  e
                bella,  era  una  strega  nei  confronti  di  Bradamante.  Poteva  una

                persona  che  si  era  conquistata  l’accesso  in  base  a  un  criterio,
                sloggiarne  una  seconda  in  base  a  un  altro?  Le  regole  non

                contemplavano una situazione del genere. Bradamante rendeva
                ancora piú forte il paradosso: se l’ospite che l’aveva preceduta
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